Resta in Italia il divieto di seminare e coltivare Ogm: il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato, che aveva impugnato il decreto del Governo che vieta la coltura del mais geneticamente modificato in Italia.
Si riconferma quindi la scelta anti-Ogm già fatta sul piano politico con la firma del decreto che sancisce appunto il divieto di coltivazione di mais Ogm Mon81 in attesa dell'entrata in vigore della normativa europea che consentirà a ogni Paese membro dell'Unione europea di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio.

Una grande notizia - ha commentato l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto Franco Manzato - Un’altra battaglia vinta dall’agricoltura italiana di qualità, della biodiversità e della capacità degli imprenditori di affrontare le difficoltà con il coraggio di chi sa fare impresa senza cedere alle lusinghe di quanti vorrebbero dominare il settore, lasciando agli agricoltori il ruolo di mezzadri”.

Una decisione – ha aggiunto Manzato – che si indirizza autorevolmente nella direzione più volte indicata sia dalle Regioni italiane, sia dagli organismi europei”.

Soddisfazione anche dalla Coldiretti, che ricorda come otto italiani su dieci siano contrari al biotech nei campi e che gli ultimi orientamenti produttivi stanno decretando il flop delle semine Ogm in Europa (sebbene le superfici siano in crescita a livello globale).
"Per l’Italia gli Ogm in agricoltura - ha riportato la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del made in Italy”.