I primi effetti dell’embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari italiani si sono avuti con la rescissione di un contratto della cooperativa Fruit Modena Group per l’esportazione di pere in spedizione da Modena per l’ex impero sovietico, avvenuta poche ore dopo l’approvazione dell'elenco dei prodotti banditi da parte del Consiglio dei ministri, dopo che il presidente Vladimir Putin aveva firmato il decreto. Lo rende noto con preoccupazione Coldiretti nell’evidenziare i primi effetti della decisione della Russia di limitare o bloccare con decreto anche per un anno le importazioni agricole dai Paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca in risposta al conflitto in Ucraina, con una lista di prodotti che comprende carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura provenienti da Ue, Usa, Norvegia, Australia e Canada, con l’esclusione di alcolici e di prodotti per bambini.

Ai danni diretti per il made in Italy agroalimentare, stimabili dalla Coldiretti in centinaia di milioni di euro all’anno, si sommano quelli indiretti con l’Italia che potrebbe diventare mercato di sbocco di quei prodotti comunitari ed extracomunitari ora rifiutati dalla Russia.

Ora siamo di fronte a una preoccupante escalation dello scontro con una guerra commerciale che conferma la strategicità del cibo soprattutto nei periodi di recessione economica" ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la Russia colpisce l’agroalimentare perché è un elemento di crescita per l’Unione europea in un momento di stagnazione. Lo dimostra il fatto - conclude Moncalvo - che le esportazioni agroalimentari made in Italy nonostante la crisi sono cresciute del 5 per cento nel 2013 raggiungendo il valore record di 34 miliardi di euro.