La presenza di residui di farmaci nei prodotti di origine animale si riduce di anno in anno.

Lo conferma Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare, che ha esaminato i dati provenienti da oltre 600mila campioni raccolti da tutti gli Stati europei, ai quali si sono aggiunti anche Regno Unito, Islanda e Norvegia.

 

Il numero di campioni non conformi, come si definiscono quelli che presentano valori superiori alla norma, è sceso allo 0,17%, contro lo 0,19% delle rilevazioni precedenti.

I dati, diffusi recentemente si riferiscono al 2021 e mostrano il costante miglioramento della sicurezza e salubrità dei prodotti di origine animali europei.

Vasto il numero delle molecole cercate, dagli ormoni agli antimicrobici, sino alle contaminazioni ambientali, dalle micotossine a varie sostanze chimiche, agrofarmaci compresi.

 

Il rapporto Efsa

Il report annuale di Efsa, il dodicesimo della serie, conferma ancora una volta la totale assenza da tutti i campioni esaminati di residui di ormoni della crescita, come gli stilbenici.

Rara la presenza di altre sostanze anabolizzanti, come ad esempio gli antitiroidei.

 

Un'attenzione particolare è rivolta agli antibiotici, il cui impiego incontrollato porta all'aumento dei fenomeni di antibiotico resistenza, fenomeno che desta molta preoccupazione in ambito medico.

Le verifiche confermano la progressiva diminuzione della presenza di residui di antimicrobici, scesi allo 0,14%, segno che la zootecnia europea ha raccolto responsabilmente gli appelli delle autorità sanitarie.

 

L'Italia meglio di altri

Se dal piano europeo ci si sposta a quello nazionale, il report Efsa mette in luce l'ottima situazione delle stalle italiane.

Nessun campione non conforme per sostanze anabolizzanti è stato riscontrato in Italia, contrariamente a quanto avvenuto in Olanda, che è fra i Paesi con il più alto numero di campioni non conformi per queste sostanze.

 

L'Italia si colloca inoltre fra i Paesi con il più basso numero di irregolarità per residui di antimicrobici e farmaci veterinari, sia nel caso dei bovini sia dei suini.

Ancor meglio ha fatto il settore avicolo, per il quale non si è registrato nessun caso di non conformità per queste sostanze.

 

Le conferme

I dati di Efsa per il nostro Paese trovano conferma da quanto emerso a fine dello scorso anno dal programma Piano nazionale residui (Pnr) promosso dal Ministero della Salute.

Gli oltre trentamila accertamenti hanno riscontrato irregolarità in appena 12 casi, il 4 per mille del totale, poco più di zero.

Va ricordato che nel mirino del Pnr sono entrate più di 460mila sostanze e fra i casi segnalati come irregolari rientrano anche banali contaminazioni ambientali.

 

Per quanto riguarda i residui di antibiotici, i casi segnalati sono stati solo 5.

Una conferma dell'uso oculato che degli antibiotici viene fatto in campo veterinario e del rispetto dei tempi di sospensione delle cure prima del termine del ciclo produttivo.