Nella giornata di ieri, 25 gennaio 2017, la Commissione Attività produttive e agricoltura del Consiglio regionale della Sardegna ha discusso ed approvato una risoluzione sulla crisi di prezzo del Pecorino romano e del latte ovino nella regione.
Ma la Coldiretti Sardegna, che ha presentato una piattaforma rivendicativa largamente incentrata sulla crisi del comparto zootecnico ovicaprino, e che il primo febbraio porterà in piazza allevatori e agricoltori sardi a Cagliari per sostenerla, ha bollato il documento votato dai deputati regionali sardi come "una risoluzione dove il problema reale del calo del reddito dei pastori non è assolutamente affrontato".
E nel quale manca la misura più importante richiesta dell'organizzazione agricola: un aiuto diretto al reddito dei 12mila pastori sardi per evitare che chiudano gli ovili a causa di ricavi da calcolare su prezzi del latte inferiori a 60 centesimi al litro, che si prospettano per la campagna in corso inferiori ai costi di produzione.

Sin dal pomeriggio di ieri, sulla scorta delle prime indiscrezioni sulla risoluzione proposta dalla Quinta Commissione del Consiglio regionale di Sardegna sulla crisi del settore lattiero caseario, la Coldiretti regionale ha preso una posizione negativa che è stata poi successivamente ribadita ad AgroNotizie.

In poco più due pagine, la risoluzione della Commissione Attività produttive invita la Giunta della Regione Sardegna guidata da Giuseppe Pigliaru, che da oltre quaranta giorni è senza assessore all'Agricoltura per effetto delle dimissioni di Elisabetta Falchi, ad intervenire secondo tredici linee di indirizzo.

Le indicazioni sono in parte concentrate sull'attivazione definitiva e nel proseguire ed accelerare gli interventi già attivati finalizzati a sostenere il credito delle imprese operanti nel settore: dal pegno rotativo sul pecorino stagionato per favorire il credito ai trasformatori, alla concessione di aiuti in conto interessi alle piccole e medie imprese agricole che trasformano il latte e commercializzano il formaggio, fino al rafforzamento dell'intesa con Abi per il credito alle imprese già concessionarie di aiuti in conto Psr ed il lancio dei pecorino bond.
I deputati regionali sardi votano anche a favore di una accelerazione dei pagamenti delle misure del Psr Sardegna più vicine ai pastori: quelle inerenti le indennità compensative, gli aiuti a capo e ad ettaro, il biologico.

La Commissione Attività produttive, inoltre, ha chiesto alla Giunta Pigliaru di promuovere presso il Governo un Tavolo nazionale della filiera ovicaprina dove trovare soluzioni di sistema sul modello del Tavolo che anni fa risollevò da una forte crisi di prezzo del latte la filiera bufalina in Campania.
I deputati regionali sardi inoltre chiedono alla Giunta di "attivarsi immediatamente presso il Governo e il Mipaaf affinché sia dato il massimo impulso alla conclusione del negoziato attualmente in corso con la Commissione europea per la definizione del programma di intervento predisposto ai sensi del Regolamento delegato (Ue) 2016/1613, al cui interno è stata inserita una specifica misura diretta al comparto ovicaprino. Misura finalizzata a migliorare la qualità delle produzioni mediante l'erogazione di aiuti diretti alla riduzione dei capi di età superiore a quattro anni".

Viene anche chiesto che il Pecorino Romano sia inserito nel paniere dei prodotti alimentari acquistabili dal Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, come per altro già promesso dal ministro Maurizio Martina, a condizione che sia chiaro quanto formaggio togliere dal mercato.
Inoltre, si chiede di attivare un aiuto in regime di "de minimis" finalizzato a favorire la diversificazione produttiva e a ridurre i quantitativi di Pecorino Romano prodotti in favore di altre produzioni a Denominazione di origine protetta. In aggiunta, la risoluzione contiene una serie di richieste per migliorare la valorizzazione dei prodotti ovicaprini sardi.

"In un momento drammatico per i pastori, con il latte pagato a meno di 60 centesimi, la Commissione delegata dal Consiglio regionale per elaborare un documento che affronti la crisi ha partorito una risoluzione dove il problema reale del calo del reddito dei pastori non è assolutamente affrontato". E' questo il giudizio della Coldiretti Sardegna sul documento approvato nella Commissione regionale Attività produttive.

"Non si intravede alcuna risposta immediata al grido di dolore delle 12mila aziende sarde - tuona il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Prendiamo atto che l'attenzione alla trasformazione ed al prodotto è assolutamente superiore a quella riservata ai pastori che sono i veri danneggiati da questo sistema. Durante l'audizione in Commissione abbiamo evidenziato il problema e suggerito le soluzioni: in questo momento non c'è alternativa all'intervento diretto che compensi il reddito dei pastori".
 
"Abbiamo indicato lo strumento nell'articolo 1 della Legge regionale 15 del 2010 - spiega il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Inoltre abbiamo anche detto e ripetuto che qualsiasi intervento pubblico deve avere delle ricadute su tutta la filiera ed in particolare sui pastori che sono stati costretti ad accollarsi tutto il peso della crisi. Sono loro con il latte a meno di 60 centesimi che stanno pagando i 150 milioni persi dal crollo del prezzo del Pecorino Romano".
 
"La crisi non è dovuta ai pastori che non hanno munto un litro di latte in più rispetto all'annata precedente - precisa Battista Cualbu -, ma all'incapacità e disorganizzazione dei trasformatori che hanno allarmato il mercato con la bufala delle sovrapproduzioni di latte (inducendo i grandi compratori americani di Pecorino ad abbassare il prezzo) ed hanno prodotto più Pecorino Romano".
 
"Finora non abbiamo visto nessun intervento contro la speculazione avvenuta e contro la disorganizzazione nella programmazione produttiva - evidenzia la Coldiretti Sardegna -. Si scaricano tutte le colpe sul mercato americano senza tenere conto che sono stati prodotti 356mila quintali di Pecorino Romano quando la domanda conosciuta era di 240mila quintali.
Ancora oggi dopo avere svelato il bluff della sovrapproduzione di latte la Commissione dà indicazione di una produzione di latte di 350mila tonnellate, dato assolutamente sovrastimato".