Dopo il calo a Bologna della scorsa settimana, martedì 2 settembre il mais ha perso 6 euro alla tonnellata anche sulla Borsa di Milano, attestandosi attorno ai 189,5 euro/t. Come riportato anche dalla Newsletter Obiettivo Cereali di questa settimana, le previsioni di ribasso per il mais, sia estero sia nazionale, si stanno puntualmente verificando, e i possibili elementi di sostegno (crisi politiche internazionali, euro debole) sembrano non avere alcun effetto sui prezzi. Arrivano segnalazioni di ulteriori cali di prezzo, con valori che si avvicinano a quelli dei concorrenti esteri: 165 euro/t arrivo per i prossimi mesi. Il timore è che questo sia il prezzo che perdurerà sui mercati nazionali per i prossimi mesi, la speranza è che il mais di provenienza estera sia sanitariamente inferiore a quello nazionale.

La settimana di Chicago è stata piuttosto movimentata e altamente volatile: mercoledì scorso il future di settembre è crollato di quasi 14 cent/bushel, salvo recuperare qualcosa tra giovedì e venerdì. L’ultima quotazione è di 346,4 cent/bushel. Meno drastico ma altrettanto netto il calo a Parigi del future di novembre, ormai stabilmente sotto i 150 euro/t (149 euro/t l’ultima quotazione). Situazione analoga sul mercato fisico francese. A Bordeaux il prezzo fob di venerdì era di 147 euro/t, tendenza in calo.

Secondo gli analisti i cali in concomitanza dell'arrivo della merce nuova sono fisiologici e si ripetono ogni anno, va detto però che i prezzi attuali vanificano in buona parte le ottime rese medie che si stanno registrando dalle prime raccolte, in pratica la plv si avvicina a quella di annate più modeste.