Conosciuta per il suo elevato contenuto di azoto, l'urea agricola (CON2H4) è un concime azotato ampiamente utilizzato in agricoltura per promuovere la crescita vegetativa e migliorare la resa delle colture.

Mentre i suoi benefici però sono noti, è importante considerare anche i suoi limiti e le sfide che il settore sta affrontando.

 

L'utilizzo in agricoltura: vantaggi e svantaggi

Una volta applicata al terreno, l'urea si trasforma in ammoniaca e successivamente in azoto nitrico, fornendo alle piante il nutrimento di cui hanno bisogno per crescere sane e vigorose. Questo processo favorisce lo sviluppo dell'apparato radicale delle piante, incrementando la produzione e migliorandone le caratteristiche qualitative.

 

Nonostante i suoi vantaggi, l'urea agricola presenta però alcuni limiti, come la tendenza alla volatilizzazione dell'ammoniaca, soprattutto in condizioni di temperatura elevate e terreni aridi. Questo può portare a perdite di azoto e alla contaminazione dell'ambiente circostante.

Inoltre, l'uso eccessivo di urea può causare bruciature e fitotossicità nelle piante, compromettendo la salute e la resa delle colture.

 

Il mercato dell'urea

Il mercato dell'urea è soggetto a continui cambiamenti e sfide, tra cui oscillazioni dei prezzi e instabilità dell'approvvigionamento delle materie prime. Inoltre, le dinamiche geopolitiche, come le sanzioni alla Russia e la guerra in Ucraina, hanno influenzato direttamente il mercato e la produzione di urea in Europa.

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Secondo Eurostat, l'Unione europea ha registrato cambiamenti significativi nelle importazioni di fertilizzanti dalla Russia nel periodo 2022-2023. Le importazioni di urea sono infatti aumentate del 53%, raddoppiando i volumi registrati nel 2020-2021. La Russia ha contribuito in modo significativo, con il 40% delle importazioni di urea che provenivano dal territorio russo. Anche se nella stagione in corso la tendenza è leggermente rallentata, l'urea russa costituisce ancora quasi un terzo delle importazioni totali.
Importare fertilizzanti dalla Russia, o da altre regioni, in Europa non significa solo beneficiare di minori costi energetici esterni, ma c'è anche il rischio significativo di maggiori costi ambientali. I fertilizzanti importati tendono ad avere un'impronta di carbonio molto più elevata (circa il 50-60% in più) rispetto alla produzione europea.

 

Case history: Yara

Il settore dell'urea ha attraversato notevoli cambiamenti. Così ci siamo rivolti a Yara Italia, unico produttore italiano di ammoniaca e urea, che si trova al centro di questa evoluzione. Con le prospettive del mercato attuale che indicano una maggiore stabilità dei prezzi, l'azienda "naviga" tra le dinamiche che influenzano questo fertilizzante azotato.

 

Prospettive del mercato e sfide attuali

Il Green Deal europeo chiede di ridurre le emissioni di CO2. La sfida è infatti quella di diminuire queste emissioni per una produzione sempre più compatibile con le esigenze ambientali attraverso progetti che vanno dalla cattura e stoccaggio della CO2, in modo che non venga dispersa in atmosfera, all'utilizzo dell'idrogeno verde in alternativa al gas naturale.

 

Anche se le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 sono disponibili, al momento sono costose, rappresentando una sfida nell'implementazione su larga scala; ma l'impegno dell'azienda resta quello di assicurare la continuità delle produzioni in Italia. Produzioni che sono già all'avanguardia per il rispetto dell'ambiente grazie a investimenti che non si fermano.

 

Guerra in Ucraina, cosa è cambiato nella produzione italiana dell'urea 

Le sanzioni alla Russia hanno determinato forti aumenti del prezzo del gas, materia prima per la sintesi dell'azoto in atmosfera. Il prezzo del gas in Europa è stato molto più alto rispetto a quanto pagato dai nostri concorrenti extraeuropei. Ne è conseguita l'impossibilità di produrre senza enormi perdite economiche. Per questo molti produttori europei hanno temporaneamente fermato le produzioni, come la stessa Yara Italia nello stabilimento di Ferrara.

 

Un'azienda che produce urea, se avesse la sfera di cristallo, cosa si aspetterebbe tra 5 e 10 anni?

Senza una sfera di cristallo, Yara Italia fa previsioni basate sui dati attuali. Mentre in alcuni paesi europei, come il Regno Unito, il nitrato ammonico è il principale fertilizzante azotato, in Italia l'urea ha questo primato.

L'azienda pensa che l'Italia resterà ancora un mercato dominato dall'urea, soprattutto per le colture primaverili al Nord Italia come il mais e il riso. La zootecnia è la principale fonte di emissioni di ammoniaca, ma anche l'urea non interrata può emettere ammoniaca. Come successo in altri paesi europei è possibile che parte dell'urea in futuro sarà ricoperta con l'inibitore dell'ureasi, soluzione che abbatte le perdite di ammoniaca.

 

Con un impegno costante per l'innovazione e la sostenibilità, Yara Italia si prepara a guidare il settore verso un futuro più promettente e responsabile affrontando le sfide del presente.