L'estate è ormai alle spalle e la semina dei cereali si avvicina a grandi passi. Una semina che porta con sé una certa carica di apprensione, vuoi per la siccità invernale-primaverile della stagione cerealicola appena conclusa, vuoi per le incertezze sul meteo autunnale. Già nel 2010 si verificarono infatti condizioni disastrose in termini di precipitazioni piovose, obbligando i cerealicoltori a dribblare ristagni idrici e repentini abbassamenti di temperatura. Molti dovettero infatti slittare le semine in inverno, optando ovviamente per quelle varietà che permettessero tale opzione. 


Una certezza invece c'è: i costi dei fertilizzanti necessari all'ottimale sviluppo della coltura. Circa il frumento, i prezzi interessanti del 2022, sebbene rivelatisi in calo in piena estate, permettono in tal senso di guardare alle pratiche nutrizionali con un certo sangue freddo, richiedendo al contempo la massima razionalità negli investimenti già al momento della semina. 

 

banner-fertilgest.jpg

 

Poco, ma ottimo

La pratica della fertilizzazione localizzata alla semina resta in tal senso la più efficace risposta a due variabili contrapposte: dare alla coltura il meglio per partire col turbo, limitando i costi delle pratiche nutrizionali stese. Molteplici sono i vantaggi della localizzazione alla semina, soprattutto quanto a fosforo. Tale elemento è infatti pressoché inutile quando somministrato "a spaglio", come avveniva nei decenni passati. La sua scarsissima mobilità nel terreno consiglia infatti di porlo in piccole quantità, sì, ma direttamente a ridosso dei semi, in modo che le radici possano subito assorbirlo e beneficiarne.


La somministrazione di granulari nel solco di semina favorisce quindi la pronta e rigogliosa emissione di radici e germogli, a tutto vantaggio dell'anticipo della successiva fase di accestimento e quindi della maggiore resistenza a eventuali ristagni idrici, oppure a improvvisi e vistosi abbassamenti di temperatura


Oltre quindi a operare un'attenta scelta varietale e a realizzare un'ottimale densità di semina, il cerealicoltore dovrà quindi assicurare piani di concimazione tali da garantire alla coltura la piena disponibilità di azoto, fosforo e potassio, oltre a quella relativa ai microelementi nonché allo zolfo, utile per i processi fisiologici alla base della sintesi proteica. Questo partendo fin dalla semina e proseguendo poi per l'intera durata del suo ciclo, intervenendo soprattutto nei momenti chiave dello sviluppo colturale. 


Oltre a consentire una riduzione dei dosaggi, e quindi dei costi di concimazione, le distribuzioni localizzate alla semina assicurano una ripresa vegetativa più vigorosa in primavera, foriera a sua volta di un maggior numero di spighe per ettaro, minimizzando al contempo le eventuali dispersioni indesiderate nell'ambiente degli elementi nutrizionali.

 

Infine, alcuni preparati prevedono l'aggiunta di batteri utili, capaci di moltiplicarsi velocemente fornendo un valido supporto allo sviluppo della pianta e facilitando ulteriormente l'assorbimento dei nutrienti. 


La scelta del corretto formulato può quindi fare la differenza tra una delusione e un raccolto di piena soddisfazione alla trebbiatura, auspicata questa abbondante e ben pagata nel luglio 2023.