Il controllo delle infestanti della barbabietola da zucchero, data la natura della composizione floristica presente (con specie "difficili") e il numero limitato di sostanze attive disponibili, costituisce da sempre una sorta di "Accademia" del diserbo chimico.

Un dato generalizzabile per tutte le colture, ma vero in particolare per la barbabietola da zucchero, è la fondamentale importanza rivestita dalle applicazioni di pre-semina o pre-emergenza per l'azzeramento delle infestanti eventualmente già emerse con erbicidi fogliari e il controllo e il condizionamento di quelle non ancora emerse con molecole residuali.

Le sostanze attive impiegabili in tale contesto sono il metamitron (che costituisce la base della miscela erbicida) e l'etofumesate (utile per allargare lo spettro d'azione, aumentare l'efficacia su infestanti difficili come, ad esempio, Polygonum convolvulus e condizionare la difficile Cuscuta campestris). Recentemente, l'autorizzazione di clomazone rende ancora più solida tale combinazione, permettendo un buon controllo di Abutilon theophrasti.

La recente revoca del desmedifam (impiegabile per l'ultimo anno) aumenterà ulteriormente l'importanza dei trattamenti di pre-emergenza.
Per il 2020, le strategie prevedono ancora l'impiego delle tradizionali "triplici" (fenmedifam + desmedifam + etofumesate) in post-emergenza, rafforzate da metamitron ed eventualmente da altri prodotti ad azione specifica (clopiralid, propizamide, triflusulfuron-metile, graminicidi, ecc.).
Nel futuro, sarà necessario modificare tale soluzione utilizzando, al posto dei prodotti "a tre vie", delle miscele estemporanee a base di fenmedifam ed etofumesate, adattando le dosi alle situazioni reali di campo.

Tali soluzioni sono già state testate con successo da Upl Italia negli ultimi anni, a conferma del sostegno continuo della società ai bieticoltori e a tutto il settore saccarifero italiano.