La raccolta delle drupacee è ormai nel suo pieno fulgore. Susine, pesche, albicocche stanno riempiendo i magazzini per la successiva fase di distribuzione nei supermercati prima e nelle case dei consumatori poi. Se però la difesa non è stata fatta in modo accorto e puntuale, si rischia di raccogliere poco, male e, soprattutto, di vedere danni elevati anche nelle cassette che giacciono nelle celle frigorifere.
La percentuale di frutti perduti può superare perfino il 50%, ciò significa che una gran parte della ricchezza prodotta è servita solo ad alimentare funghi patogeni e saprofagi.

Di seguito viene riportata una sintesi delle sostanze attive più utilizzate su pesco in pre-raccolta per come risultano in banca dati Fitogest.com. Cliccando sui relativi nomi si giunge alle pagine dedicate alle singole sostanze. In esse, risiede il pulsante per accedere ai formulati attualmente segnalati in commercio.
 

Efficacia, resistenze e residui


Per controllare le patologie fungine del pesco, soprattutto la Monilia, esiste una ricca gamma di prodotti, i quali contengono una o due differenti sostanze attive . In questo secondo caso, le miscele disponibili più comuni sono quelle a base di trifloxystrobin e tebuconazolo, di cyprodinil e fludioxonil, di fluopyram e tebuconazolo, oppure di boscalidpyraclostrobin.
Bene peraltro tenere a mente che le monilie possono sviluppare resistenze ai fungicidi, quindi è cosa saggia e giusta combinare nel corso dell'anno meccanismi d' azione che ricadano in differenti gruppi del Frac (Fungicide resistance action commitee). Nel caso delle quattro miscele sopra elencate vi sono sostanze attive appartenenti a raggruppamenti diversi. Trifloxystrobin è nel Gruppo 11, mentre tebuconazolo nel Gruppo 3. Analogamente, cyprodinil e fludioxonil appartengono rispettivamente ai Gruppi 9 e 12. Boscalid appartiene al Gruppo 7 mentre pyraclostrobin risulta inserito nel Gruppo 11. Infine, fluopyram è anch'esso del Gruppo 7, quindi ottima pare la sua miscela con tebuconazolo.
Il loro uso in alternanza permette quindi di scongiurare eventuali fenomeni di resistenza da parte dei patogeni.
Si deve però pensare anche al profilo residuale, dato che le Gdo spingono sempre più su questo tasto. Gli intervalli di sicurezza hanno quindi una loro importanza, come pure non gioca a favore di queste miscele la presenza di due sostanze attive che finiscono contemporaneamente sui frutti.
Le miscele  di boscalidpyraclostrobin, come pure quelle di  fluopyram e tebuconazolo contano in tal senso su un breve intervallo di sicurezza, pari a soli tre giorni. Le miscele a base di cyprodinil e fludioxonil e di Trifloxystrobin e tebuconazolo ne offrono invece sette. Un parametro questo da tenere in considerazione al momento del trattamento.

Uno contro tutti


Diversi i formulati contengono invece una sola sostanza attiva, come per esempio boscalid, ciproconazolo, cyprodinil, fenbuconazolo, fenhexamid, iprodione e tiofanante metile.
In termini di modo d'azione, per fortuna, questi sono fra loro molto differenti: boscalid (Frac 7), ciproconazolo (Frac 3), Cyprodinil (Frac 9), fenhexamid  (Frac 17), fenbuconazolo (Frac 3), iprodione (Frac 2) e tiofanante metile (Frac 1). Tranne Cyprodinil, che ha tempi di carenza pari a sette giorni, tutte le altre hanno invece tre giorni di intervallo di sicurezza
Alcuni prodotti contengono infine ingredienti attivi di tipo microbiologico, non chimico, come per esempio il Bacillus subtilis ceppo Qst 713, attivo oltre che su botrite e batteriosi anche su monilia.
Il loro uso in alternanza, anche nel corso dell'anno e non solo in pre-raccolta, concorre quindi alla maggior protezione delle colture in ottica di lungo periodo.
 

Quando la difesa parte da lontano


A parte le sagge strategie di difesa in pre-raccolta, la lotta alla monilia è bene parta subito dopo la fioritura, applicando i più opportuni fungicidi. Uno di questi è sicuramente ditianon, senza dimenticare ovviamente dodina. Due autentici "senatori" in frutticoltura.