Sancisce la professionalità degli operatori agromeccanici e la loro adesione a regole deontologiche chiare, dando supporto alle imprese agricole.
È l'Albo degli operatori agromeccanici, il cui progetto è nato per iniziativa del Cai, la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani e della Coldiretti.

"Non è più possibile procrastinare l'inquadramento dell'imprenditore agromeccanico in ambito agricolo - afferma il presidente del Cai Gianni Dalla Bernardina, che aggiunge - in attesa che il legislatore attribuisca alla categoria la veste giuridica che riteniamo le spetti, creiamo un albo che favorisce l'avvento dell'agricoltura di precisione, la digitalizzazione, l'innovazione".

L'albo - a cui il Cai lavora con la Coldiretti - poggerà su un codice etico ed uno tecnico, pubblico e di facile consultazione.

"Serve trasparenza nello svolgimento di una attività diventata centrale per lo sviluppo e l'innovazione nelle campagne italiane" aggiunge il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolineando l'importanza della collaborazione avviata per contribuire allo sviluppo di una agricoltura sempre più tracciabile e sostenibile.
 

Ruolo di primo piano agli agromeccanici

"Non si può affrontare un percorso di transizione ecologica senza considerare l'attività agromeccanica e assecondarne la spinta tecnologica". Con questo messaggio il Cai ha incontrato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli a fine aprile 2021.

"Abbiamo illustrato al ministro le priorità di una categoria come quella delle imprese agromeccaniche che genera un fatturato di oltre 4,5 miliardi di euro e che è largamente rappresentata da Cai", ha riassunto Dalla Bernardina che ha parlato della creazione dell'albo quale ulteriore qualificazione dell'attività professionale svolta in contoterzi, indispensabile per centrare l'obiettivo del riconoscimento pieno all'interno dell'agricoltura.

Con oltre 18mila imprese coinvolte e al servizio di oltre 600mila aziende agricole per una superficie lavorata di 6 milioni di ettari in Italia, le imprese agromeccaniche attendono il totale riconoscimento agricolo come dettato dalla legge per eliminare "quella confusione di ruoli che - puntualizza il Cai - non fanno altro che limitare la competitività delle filiere agroalimentari italiane". Il percorso di transizione ecologica non può infatti prescindere dalle tecnologie necessarie al decollo del nuovo modo di fare agricoltura, come dettato dalla Unione europea, in mano al contoterzismo agricolo professionale.