La rassegna internazionale delle macchine e delle tecnologie per le filiere agricole e agroalimentari Agrilevante è iniziato  ieri a Bari. All'apertura dell'evento, l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Leonardo Di Gioia, il presidente della Fiera del Levante Ugo Patroni Griffi e il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni in visita ad alcuni padiglioni di una kermesse che vede oltre 300 aziende espositrici e che occupa, tra interni e superfici all’aperto, più di 50 mila metri quadrati.

"Agrilevante nasce come 'spin-off' della fiera campionaria – ha detto in conferenza Patroni Griffi – e deve il suo successo proprio a questa sua autonomia dalla fiera madre, che ha consentito di specializzare questa rassegna, di offrire maggiore spazio agli espositori, di finalizzare la comunicazione verso quei segmenti di pubblico specificamente interessati alle tecnologie per il settore primario. Vincente è stata la partnership con FederUnacomaha aggiunto il presidente della Fiera – che ha portato il proprio know-how specifico nell’organizzazione di eventi di meccanica agricola, e che ha saputo motivare le industrie costruttrici a investire in questa rassegna".

"Crediamo che Agrilevante possa essere davvero - ha detto il presidente dei costruttori italiani Massimo Goldoni - l’avamposto per le industrie italiane ed europee nello sviluppo delle relazioni commerciali con Paesi potenzialmente molto interessanti. Questa rassegna – ha aggiunto Goldoni – ha saputo prevedere la rinascita di un mercato mediterraneo, e oggi gioca d’anticipo anche per quanto riguarda le nuove tendenze dell’economia rurale, aprendo al proprio interno importanti sezioni dedicate alle bioenergie, alla multifunzionalità e alla cura del verde".

Come anticipato dal presidente Goldoni, l'economia agricola e il mercato dei trattori e delle macchine per le operazioni colturali sono in pieno rilancio nell’area mediterranea. E' quanto emerege da un'analisi  Nomisma/FederUnacoma: dopo la fase recessiva iniziata nel 2008 con la crisi economica internazionale, aggravata nel 2010 con le tensioni politiche e militari legate alla Primavera araba, la vasta area che comprende l’Europa meridionale, i Balcani, il Medioriente e l’Africa settentrionale torna a crescere e prospetta buone opportunità di business soprattutto per le industrie italiane.

I dati più recenti – secondo l'indagine presentata ieri mattina a Bari – indicano infatti una ripresa dell’agricoltura e di conseguenza una crescita della domanda di macchine e attrezzature specifiche molto consistente in tutti i principali Paesi.
In Algeria le importazioni di trattori sono cresciute del 31% nel 2014, e registrano un’ulteriore crescita del 18% nei primi sei mesi del 2015; in Egitto le importazioni di trattori hanno avuto un incremento del 26% nel 2014 e del 33% nel primo semestre di quest’anno; la Turchia registra nei primi sette mesi del 2015 una crescita delle importazioni del 48%, mentre il valore delle importazioni in Iran cresce di quattro volte (da 5 a 21 milioni di dollari) nei primi otto mesi di quest’anno. Dinamiche positive interessano anche Tunisia, Marocco, Israele, Spagna, e buoni riscontri si hanno, oltre che per i trattori, per le altre tipologie di macchine e attrezzature.

"L’Italia ha un ruolo di primo piano in questo scenario – ha spiegato il numero uno di FederUnacoma –, per la favorevole posizione geografica, ma soprattutto per la qualità e per l’ampiezza di gamma dei mezzi meccanici prodotti nei distretti industriali del Paese. L’Italia risulta già oggi primo esportatore di trattori in Marocco (40% del mercato), in Tunisia (45% del mercato) e in Israele (29% del mercato), e secondo esportatore in Turchia (22% del mercato) e in Spagna (26% del mercato). L’industria italiana è in grado di soddisfare la crescente domanda di tecnologie nell’area mediterranea - ha concluso Goldoni - ma deve essere sostenuta con strategie di marketing e comunicazione in grado di valorizzare la qualità dei prodotti 'made in Italy', e di contrastare l’ascesa di sistemi industriali emergenti, vedi in particolare quelli di Cina e India, che stanno penetrando rapidamente sui mercati del mediterraneo e che in vari Paesi – vedi Egitto, Iran, Turchia, Marocco e anche Spagna – si collocano ormai ai primi posti, con cospicue quote di mercato".