L’irrigazione a goccia del mais con i sistemi Netafim è oggi una realtà affermata, in particolar modo nelle aree del Nord Italia, che interessa una superficie di circa 7.000 ettari.

Nella coltura del mais il passaggio graduale dall’irrigazione a pioggia alla goccia sta interessando i bacini più produttivi. Netafim propone soluzioni irrigue a goccia per il mais in ottica di efficiente apporto idrico, di risorse energetiche usate razionalmente di basso impatto ambientale e di ottimizzazione delle risorse dell’azienda.

Sono state condotte, negli ultimi anni, una serie di prove produttive con mais gestito tramite l’irrigazione a goccia. I risultati acquisiti sono molto buoni e riguardano principalmente l’incremento di rese in termini di produzione lorda vendibile sia sulle varietà da granella che nelle varietà da insilato (+20-40%). Applicando l’irrigazione a goccia di precisione alle colture seminative si devono poter sfruttare tutte le possibilità offerte dal sistema. Netafim propone soluzioni irrigue per adattarsi alle diverse aree produttive in funzione degli obiettivi, delle capacità gestionali e della disponibilità economica. Le proposte Netafim sono in grado di soddisfare perfettamente le alte esigenze idriche della coltura nel periodo di massimo fabbisogno.

L’irrigazione a goccia tradizionale prevede l’uso di ali gocciolanti del tipo leggero poggiate in superficie, un prodotto solitamente monostagionale che ogni anno va ritirato dal campo per essere smaltito. Considerando che il mais è seminato generalmente a 0,75 m di distanza tra le file avremo che le ali gocciolanti saranno poste ogni due file quindi alla distanza di 1,5 m. La distanza tra i gocciolatori è normalmente di 0,5 m e la portata sarà di 1,0 litri/ora.
Il periodo estivo corrisponde anche al periodo di massimo evapotraspirato (sottrazione di acqua dal suolo) e al periodo di massimo fabbisogno della coltura (copertura fogliare e alta traspirazione).
Per irrigazione a goccia tradizionale si intende un impianto la cui testata di controllo è composta da un sistema di filtrazione opportunamente dimensionato  in funzione della portata oraria del sistema e della sorgente acqua  e da una o più idrovalvole con regolatore di pressione. L’acqua in pressione, regolata tra i 7 e i 10 m.c.a. (metri di colonna d’acqua ovvero 0,7-1 atm), raggiungerà tutte le singole ali gocciolanti mediante una condotta, normalmente flessibile, posata sul terreno.


La subirrigazione o Sdi (subsurface drip irrigation) si propone oggi tra le pratiche irrigue maggiormente innovative. Consiste nell’interrare ali gocciolanti, opportunamente studiate e adatte allo scopo, alla profondità dell’apparato radicale attivo della pianta di mais. Nel caso di avvicendamenti o rotazioni programmate si cercherà la profondità ottimale che permetta di rifornire i diversi apparati radicali. La posa interrata cambia la gestione del suolo dove ci si limiterà a lavorazioni superficiali o preferibilmente a semine so sodo con lavorazioni minime o nessuna lavorazione. Le ali gocciolanti consigliate sono pluristagionali e i gocciolatori sono dotati di sistema anti-sifone che permettono loro, quando l’impianto si svuota, di non risucchiare all’interno del gocciolatore particelle di terreno. In questo caso è inoltre consigliata l’applicazione di un contatore volumetrico per il monitoraggio delle portate erogate e dello stato del sistema irriguo stesso. Una piccola rivoluzione tecnica, agronomica e gestionale che necessita di un ottica aperta all’innovazione che Netafim propone oggi ai suoi clienti e utilizzatori con un bagaglio di esperienze ampio e consolidato.
Alberto Puggioni