Si può fare Agricoltura senza intaccare - più o meno sensibilmente - le capacità produttive dei terreni agrari, mantenendo quindi la loro fertilità nel tempo? Si può fare un’Agricoltura conservativa, vale a dire un’agricoltura che risulti conservativa delle risorse agrarie?
Chi avesse voluto interrogarsi su questi temi e conoscere l’Agricoltura BLU, quale esempio di Agricoltura conservativa, avrebbe fatto bene a partecipare all’ottava edizione dell’Agricoltura sostenibile in campo, tenutasi lo scorso 22 luglio, nella cornice ospitante dell'Azienda agroforestale Carpaneta di Ersaf a Gazzo di Bigarello (Mn).

Organizzata da Regione Lombardia, Ersaf, AIGACoS, Edagricole-Il Sole 24 Ore, Consorzio agrario Lombardo Veneto, Unima, Unacoma, si è svolta l’annuale manifestazione che propone al pubblico degli esperti, dei neofiti e dei simpatizzanti una rassegna pressoché completa delle tecniche e delle attrezzature per un’agricoltura sostenibile. Sono stati esplorati diversi capitoli di tecnica colturale, a partire dai sistemi di lavorazione conservativa del terreno, ma che hanno coinvolto anche la concimazione, il diserbo e la gestione dei reflui zootecnici.
La presenza e la partecipazione del pubblico sono state sorprendenti, come sottolineato dall’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia (Arch. Giulio de Capitani) e dagli altri funzionari locali che hanno aperto la manifestazione.
I lavori sono proseguiti con le brevi introduzioni del dott. Stefano Brenna (Ersaf) e del dott. Roberto Bartolini (Edagricole-Il Sole 24 Ore), che hanno fatto da prologo alla visita in campo. Il dott. Gianni Colombari (Ersaf) ha così illustrato la prova agronomica di confronto fra tecniche di minima lavorazione e di non lavorazione su mais, frumento e soia, in corso da un biennio alla Carpaneta.

Successivamente, il dott. Lorenzo Benvenuti ha condotto la sezione dimostrativa dedicata alla minima lavorazione, presentando le attrezzature e commentando il risultato della loro azione sul campo.
Infine, il prof. Vincenzo Tabaglio dell’Università Cattolica di Piacenza, segretario dell’Associazione Italiana per la Gestione Agronomica e Conservativa del Suolo (AIGACoS), ha presentato l’AgricolturaBLU, ovvero il settore rivolto alla non lavorazione (no-tillage), dedicandolo alla memoria del dott. Ernesto Cervi Ciboldi, agronomo e agricoltore in Luignano (Cr) e antesignano dell’agricoltura conservativa.

 

La pur breve introduzione alle prove dinamiche delle seminatrici da sodo è servita a marcare il netto distacco, concettuale ed operativo, tra la minima lavorazione (minimum tillage) e la non lavorazione (no-tillage). Infatti, pur ammettendo che l’Agricoltura conservativa si declina in varie sfaccettature operative, lungo un percorso quasi continuo di soluzioni tecniche rivolte alla preparazione del terreno e più in generale alla coltivazione, occorre riconoscere che la non lavorazione ne costituisce certamente il vertice più rappresentativo ed efficace.

 

Un altro momento dell'evento organizzato da Aigacos

 

E anche quello più impervio che esige superiore conoscenza e alta perizia da parte dell’agricoltore che l’adotta. Proprio per promuovere queste conoscenze sono particolarmente importanti giornate come questa, rappresentando nel contempo occasioni di crescita tecnico-scientifica, scambio di esperienze, aggregazione culturali e fortificazione di squadra, per supportare l’agricoltore nelle difficoltà applicative di questa tecnica agronomica.

All’Agricoltura conservativa (BLU) vengono riconosciuti notevoli vantaggi agroecologici, fra i quali possiamo solo elencare i seguenti:
- aumento della porosità canalicolare, grazie alla formazione di bio-canali derivanti dagli apparati radicali e dall’azione della fauna tellurica;
- sequestro della CO2 e contributo alla riduzione dell’effetto serra;
- aumento della sostanza organica del suolo;
- conservazione dell’acqua;
- aumento della biodiversità e della qualità del suolo;
- riduzione del ruscellamento e dell’erosione.

Per costruire questi benefici agrosistemici, che si auspica vengano presto riconosciuti anche economicamente nelle misure agro-ambientali della nuova Pac, il passo fondamentale è rappresentato dalla rinuncia all’aratura, ovvero all’apertura e al rivoltamento degli strati del terreno. Nel tempo, questa opzione porterà ad un nuovo sistema di relazioni bio-fisico-chimiche nel terreno, sistema che va sotto il nome di 'regime sodivo' e che, in sintesi, dà piena realizzazione agli aspetti positivi appena elencati.
In seguito a quella rinuncia, l’attrezzatura meccanica fondamentale dell’azienda condotta in non lavorazione è la seminatrice da sodo, che contrariamente a quanto si può istintivamente pensare è macchina complessa e dal compito a volte improbo.

 

Grazie alla collaborazione dei costruttori, coinvolti in prima persona nella descrizione iniziale delle seminatrici, sono stati presentati 7 modelli di varia concezione e dimensione, che sono stati fatti operare in prova dinamica su un terreno non lavorato dopo la raccolta della colza. Il professor Marco Acutis, dell’Università di Milano e il professor Vincenzo Tabaglio hanno guidato i presenti all’esame dell’operato delle varie macchine, suggerendo i criteri di valutazione e contestualizzando la comparazione alle condizioni operative generali e di volta in volta particolari. La prova è stata poi ripetuta su un terreno sodo di loiessa, fornendo altre utili indicazioni sul comportamento delle seminatrici in varie situazioni.
A fronte di un’organizzazione perfetta, ciò di cui si è sentita la mancanza è stata la possibilità di un commento più approfondito e di uno scambio di opinioni fra agricoltori, tecnici e studiosi, più volte abbozzato, ma necessariamente troncato per motivi di tempo.

Il rimedio c’è: andate sul sito www.aigacos.it e proponete le vostre discussioni agli esperti e alla comunità dei fautori dell’AgricolturaBLU. E non dimenticate di iscrivervi all’AIGACoS, per sostenere l’Associazione e rimanere informati sulle tematiche dell’Agricoltura Conservativa.

 

A cura di Vincenzo Tabaglio, Mauro Grandi
 

Rubrica Aigacos - agricoltura blu - agricoltura sostenibile

A.I.G.A.Co.S. è stata costituita nel gennaio 1998 ed è componente dell'ECAF (European Conservation Agriculture Federation). Si occupa della diffusione di conoscenze e tecniche di gestione e conservazione della risorsa suolo secondo la finalità di un'agricoltura sostenibile.

In questo contesto evolutivo l'Agricoltura BLU prevede l'adozione di pratiche agronomiche sostenibili indirizzate a preservare l'agroecosistema dalla progressiva degradazione causata dall'evoluzione dei cambiamenti climatici e dalla pressione antropica.

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