Il Parlamento Europeo si pronuncia sulla proposta di legge sul ripristino della natura: entro il 2030 ripristino del 20% delle zone terrestri Ue, con 25mila chilometri di fiumi a scorrimento libero, più impollinatori e spazi verdi urbani, riduzione di prodotti fitosanitari e 3 miliardi di alberi piantati. Per l'agricoltura, salta in extremis la riduzione della terra coltivabile a favore di aree verdi. Tra le altre proposte, biologico, colture intercalari o azotofissatrici e stretta sui fitosanitari.

 

Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, soddisfatto per l'intervento del Parlamento Ue. Adesso la palla passa ai ministri dell'Agricoltura europei, e il negoziato prende il via.

Leggi anche L'agricoltura è ambiente

Cos'è la legge sul ripristino della natura?

Con 338 voti a favore e 300 contro, il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la tanto discussa legge sul ripristino della natura, una proposta di regolamento stilata dalla Commissione Europea, e rientrante nella strategia Ue per la biodiversità, che ha lo scopo principale di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri europee entro il 2030, l'80% delle quali si trova in cattive condizioni per gli effetti causati dai cambiamenti climatici, dall'inquinamento e da altri fattori.

 

Cosa prevede la legge

I Paesi Ue dovranno stilare dei Piani nazionali di ripristino della natura da rivedere almeno ogni dieci anni con obiettivi chiave e scadenze definite per i diversi tipi di habitat, dando precedenza al recupero dei siti protetti dal programma Natura 2000.

 

Tra gli obiettivi previsti ci sono: il ripristino di almeno 25mila chilometri di fiumi a scorrimento libero tramite la rimozione delle barriere artificiali, l'aumento degli impollinatori e degli spazi verdi, il ripristino di almeno il 30% di habitat marini e forestali in cattivo stato, la riduzione di prodotti fitosanitari chimici e la piantagione di almeno 3 miliardi di alberi, il tutto entro il 2030.

 

Flessibilità

Il Parlamento vuole introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali, come ad esempio l'aumento del 10% dei prezzi medi dei prodotti alimentari nell'arco di un anno e/o la diminuzione del 5% della produzione totale di alimenti in Ue, sempre nell'arco di un anno.

 

Inoltre, non ci saranno blocchi per i Paesi Ue sulla costruzione di nuovi impianti per l'energia rinnovabile: l'unico obbligo sarò quello di mappare le aree utilizzate per la costruzione, per evitare impatti dannosi per l'ambiente.

 

Agricoltura esentata in extremis

Dopo un'accesa polemica anche politica, il Parlamento Ue ha votato a favore della cancellazione dell'articolo 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli, che dovrebbe di fatto escludere gli agricoltori dall'ambito di applicazione della nuova legge.

 

Anche Coldiretti ha espresso soddisfazione per la bocciatura degli emendamenti sulla riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, obiettivo che, secondo l'Associazione, avrebbe penalizzato il settore agricolo, con un aumento massiccio delle importazioni dall'estero.

 

Tuttavia, le preoccupazioni per la proposta di legge appena approvata non mancano: sia Confagricoltura che il ministro dell'Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, si sono dichiarati dubbiosi sull'efficacia della legge, prevedendo comunque danni al settore agricolo.

 

Le altre proposte sull'agricoltura

La proposta originaria della Commissione Europea prevedeva un aumento di pratiche benefiche per i terreni, come l'agrosilvicoltura biologica, la policoltura, la rotazione delle colture, la difesa integrata e una migliore gestione dei nutrienti, nonché obiettivi per il ripristino dell'avifauna nelle zone agricole applicati agli Stati membri e non ai singoli agricoltori.

 

Inoltre, la percentuale che impone ai beneficiari dei pagamenti Pac di destinare almeno il 4% dei seminativi a superfici non produttive (Bcaa 8) potrebbe essere ridotta al 3% se un agricoltore impiega almeno il 7% dei seminativi come colture intercalari o colture azotofissatrici coltivate senza prodotti fitosanitari.

 

Paolo De Castro, soddisfatto per la posizione del Parlamento Europeo

"L'approvazione della posizione del Parlamento Europeo sulla proposta di legge sul ripristino della natura dimostra ancora una volta come le forzature politiche, le spaccature interne al Parlamento Europeo non portano mai a passi in avanti significativi. Al contrario, la discussione sui temi ha portato a risultati davvero positivi per il settore agricolo, con la cancellazione dell'articolo 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli, che di fatto esclude i nostri agricoltori dall'ambito di applicazione della nuova legge".

 

Così Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Ue, commenta il voto dell'organo europeo sulla proposta di regolamento sul ripristino della natura.

 

I prossimi passaggi

Prima di essere approvata, la nuova legge dovrà passare sul tavolo del Consiglio Ue competente - ovvero dei 27 ministri dell'Agricoltura europei - e, solo quando verrà trovato un accordo, sarà negoziata definitivamente con Parlamento e Commissione.

"In questa fase del processo decisionale è quindi impossibile dire quale impatto avrà la legge sul ripristino della natura sul settore agricolo", ci ha risposto un addetto stampa del Parlamento Europeo.