Bell'atmosfera alla quarantesima edizione di Macfrut, la Fiera della filiera ortofrutticola che si è svolta la scorsa settimana a Rimini.

 

Gli organizzatori (complimenti ai vecchi amici Gigi Bianchi e Renzo Piraccini e al loro staff) sono riusciti a confezionare un progetto di caratura internazionale, che ora potrà prendere il largo. Sempre interessanti gli incontri e i convegni, sempre ben partecipati dalle istituzioni. Dopo il "blessing" del presidente Sergio Mattarella, da notare che l'attuale ministro dell'Agricoltura non si è limitato alla sola comparsata e rapida rassegna inaugurale, ma ha lungamente relazionato in diverse sedi. Parlando per esempio dei numerosissimi problemi che affliggono il settore ortofrutticolo, storico settore di punta dell'agroalimentare italiano.

Qui la inflazione scava un baratro fra il consumatore e la produzione. I volumi nel 2022 sono calati dell'8%: un effetto a detta degli esperti legato all'aumento dei prezzi. Per i primi mesi del 2023 si segnala un aumento delle vendite a volume, ma ancora una contrazione dei volumi (-4%).

 

Abbiam allora trovato piuttosto inquietante l'intervento di un amministratore delegato di una grande catena della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) al convegno organizzato da Confagricoltura: qui si ventilava, da parte dello stesso, il possibile aumento dell'importazione di prodotti più convenienti da parte della Gdo per calmierare i prezzi.

 

A parte il fatto che già oggi la bilancia commerciale italiana vede nel settore ortofrutticolo un passivo (si importa più di quello che si esporta), verrebbe da chiedersi: di chi è a responsabilità del declino del settore ortofrutticolo italiano? Noi non abbiamo dubbi: anche (e soprattutto) della Gdo. Che per anni ha imposto condizioni capestro alla produzione, chiedendo la luna e restituendo ben poco. Che ha fatto di tutto per disabituare il consumatore al (salutare) consumo di ortofrutta. Fanno eccezione, è vero, alcune catene. Che però, guarda caso, sono quelle con la più elevata redditività di reparto e che sono guardate molto favorevolmente sia dai consumatori sia dai produttori (che fanno la fila per servirle).

 

Un piccolo suggerimento ad alcune grandi insegne della Gdo: bisognerebbe passare a una reale collaborazione con i consumatori e i produttori prima di sventolare le proprie credenziali di sostenibilità sociale e ambientale.