Il genere Nicotiana include sessanta specie, due delle quali attualmente coltivate in tutto il mondo:

  • Nicotiana tabacum, detta tabacco comune o tabacco di Virginia, originaria dal Sud America. È la specie utilizzata dall'industria delle sigarette e contiene fra l'1 e il % di nicotina.
  • Nicotiana rustica, detta tabacco azteco o mapacho, originaria dal Nord America e contenente fino al 9,5% di nicotina. Un tale contenuto di nicotina conferisce effetti psicotropi al fumo e una certa tossicità generale alla pianta, motivo per il quale attualmente viene utilizzata solo per produrre un decotto utile come insetticida biologico e per le pratiche sciamaniche e medicinali di alcune tribù americane.

 

I nativi americani coltivavano il tabacco principalmente come erba medicinale. La pratica di aspirare il fumo dalle narici attraverso una cannuccia, detta tavaco o tabaco, aveva scopo narcotico per alleviare i dolori più svariati. Il nome scientifico della pianta e del suo alcaloide principale deriva da Jean Nicot, ambasciatore francese presso la corte del re Sebastiano di Portogallo, il quale apprese dai marinai le mirabolanti proprietà medicinali che i nativi del nuovo mondo attribuivano alla pianta (forse N. rustica) e ne spedì le sementi alla regina madre Caterina de' Medici.

 

Nel Sedicesimo Secolo venivano attribuite al tabacco innumerevoli virtù: macinato assieme a della calce o del gesso veniva utilizzato come dentifricio, impasti delle foglie fresche servivano per curare ascessi, fistole, piaghe, infiammazioni cutanee e polipi cronici, foglie fresche o secche macinate strofinate all'interno della bocca per curare il catarro e il mal di gola, come antidiarroico, emolliente e disinfettante di ferite e ustioni. I decotti di tabacco venivano utilizzati per eliminare i pidocchi, e applicati come clistere per il trattamento delle emorroidi.

 

Dalla nostra prospettiva moderna, l'uso medicinale più intrigante, che meriterebbe delle ricerche approfondite, è forse il trattamento di ulcere chiamate all'epoca noli me tangere - in riferimento alle ferite di Cristo risorto - causate dalla sifilide o forse dal cancro basale all'epidermide. Secondo un resoconto del medico spagnolo Nicolás Monardes, uno dei pagi di Nicot guarì di una tale piaga e una dama di corte guarì della scrofola (adenite tubercolare) dopo dieci giorni di applicazioni continue di foglie di tabacco macinate. A partire dal Diciassettesimo Secolo molti medici europei iniziarono a mettere in dubbio l'efficacia dei trattamenti a base di tabacco, e a segnalare la pericolosità dell'abuso di fumo. La nicotina venne isolata dalle foglie di tabacco nel 1828, e l'evidente tossicità di tale alcaloide aumentò la diffidenza della comunità medica nei confronti della pianta, sancendone il declino del suo uso terapeutico (2). Però, è noto che le diverse specie di Nicotiana contengono innumerevoli alcaloidi oltre la nicotina, ed è difficile credere che tutti i resoconti antichi di guarigioni ottenute con le applicazioni topiche di foglie di tabacco siano falsi o esagerati. L'incertezza sulle diagnosi e le specie o cultivar utilizzate nelle guarigioni riportate nei testi antichi consiglierebbero una revisione sistematica col metodo scientifico per identificare le molecole con potenziale medicinale. Un po' come succede con la famigerata Cannabis, il tabacco è stato demonizzato per i suoi effetti negativi, ignorando il suo potenziale terapeutico, che merita di essere esplorato.

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Un gruppo di ricercatori svizzeri (3) ha studiato le pratiche di un "maestro tabaquero" - un guaritore delle giungla amazzonica peruviana specializzato nella preparazione di rimedi a base di tabacco e altre erbe - riscontrando applicazioni potenzialmente interessanti, quali il trattamento per via orale per l'eliminazione dei parassiti intestinali, ed effetti positivi per alcuni disordini psichici. L'olio dei semi di tabacco contiene squalene, un terpene con proprietà immunostimolanti e anticancro che inoltre contribuisce alla normalizzazione del metabolismo del colesterolo ed è stato al centro delle teorie complottiste dei no vax per il suo utilizzo per aumentare l'efficacia dei vaccini anti covid-19. La molecola NaD1 che si trova nei fiori di tabacco possiede attività antifungine e inibisce la crescita delle cellule tumorali (4).  Nella farmacopea moderna si ricerca sull'utilizzo di bassi dosaggi di nicotina per migliorare l'attenzione dispersa, per la cura dell'obesità e nel trattamento delle prime fasi del Parkinson. La letteratura medica ha coniato il termine "pharming" (un gioco di parole intraducibile, da pharma = industria farmaceutica e farming = coltivazione) per descrivere l'estrazione di molecole terapeutiche da piante. Dal tabacco si possono estrarre proteine del fattore di crescita umano, e altre in grado di migliorare le difese immunitarie per contenere i contagi di Ebola e le malattie polmonari. Si stanno sperimentando vaccini che contengono proteine del tabacco contro malaria, antrace (carbonchio), epatite ed influenza (5).

 

La coltivazione di tabacco in Italia

La coltivazione del tabacco in Italia è la prima in Europa per numero di addetti (oltre 50mila) e volume di produzione (27% del totale europeo, in testa a Spagna, Polonia e Grecia). I cambiamenti delle politiche europee hanno però segnato il costante declino produttivo italiano sin dal 2000 (Foto 1). La resa media in foglie secche è di circa 3 tonnellate/ettaro. Il numero di produttori è sceso costantemente da 22.790 nel 2000 fino a 1.610 nel 2021, così come la superficie coltivata, scesa da 35.950 ettari a 12.859 ettari nello stesso periodo.

 

Grafico: Produzione italiana di tabacco

Foto 1: Produzione italiana di tabacco

(Fonte foto: Dati dell'Organizzazione Nazionale del Tabacco Italia)

 

I motivi sono gli elevati costi di produzione, le campagne antitabacco e la mutata percezione dei consumatori, ma soprattutto l'eliminazione dei sostegni europei alla filiera per l'impatto ambientale della coltura: consumo di suolo, acqua, fertilizzanti e - in alcune tipologie di prodotti - legna per l'essiccazione. In particolar modo, preoccupa la deforestazione in Brasile, primo produttore mondiale.

 

Può il tabacco ridiventare una coltura redditizia per l'agricoltore italiano, magari anche sostenibile? Sia Nicotiana rustica L. che Nicotiana tabacum L. sono incluse nel DM 29551 del 24 gennaio 2022 - "Elenco delle specie di piante officinali coltivate nonché criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee" e relativo allegato al DM 29551 del 24 gennaio 2022 - "Elenco delle specie di piante officinali coltivate". Quindi, a differenza della Cannabis, entrambe le specie sono coltivabili senza necessità di autorizzazioni speciali, malgrado gli effetti psicotropi e la tossicità comprovata della nicotina. L'estrazione di olio essenziale in corrente di vapore è considerata "prima trasformazione" dal suddetto Decreto, quindi può essere realizzata dallo stesso coltivatore senza perdere la qualifica di "prodotto agricolo".

 

È noto sin dal Diciottesimo Secolo che una goccia di olio essenziale di tabacco è sufficientemente tossica da uccidere un cane o un gatto, ma il suo uso in profumeria, in genere abbinato ad altri oli essenziali, è comune libero. Una fiala da 10 millilitri di olio assoluto di tabacco, ovvero l'olio essenziale ridistillato con etanolo, si vende online a 100 dollari americani ma in alcuni negozi online arriva a 700 dollari americani. Si tratta però di una produzione di nicchia, la cui domanda potenziale è difficile da valutare.

 

Un'altra possibilità, per ora apparentemente remota, è la coltivazione di tabacco senza nicotina, come oleaginosa non alimentare. La cultivar Solaris è stata sviluppata in Italia dal professore Corrado Fogher mediante selezione mutagenica.

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Tale pratica non ha niente a che vedere con gli Ogm, oggetto del proibizionismo ideologico di Bruxelles, quindi la coltivazione della varietà Solaris è perfettamente legale in Europa.

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Si tratta di una cultivar che produce poche foglie e molti semi. I semi di tabacco sono piccolissimi ma contengono dal 30% al 40% di olio su base secca. È un olio non commestibile ma molto leggero ed insaturo, composto prevalentemente da acidi linoleico e laurico. L'acido laurico ha dodici atomi di carbonio ed il linoleico diciotto. La loro idrogenazione rende un biodiesel molto leggero, simile al kerosene, che contiene anch'esso idrocarburi con dodici - dodici atomi di carbonio. L'Hvo, Hydrogenated Vegetable Oil, ovvero Olio Vegetale Idrogenato, prodotto con olio di tabacco è stato testato con successo come carburante da aviazione in voli commerciali della South African Airlines.

 

In Italia, la cultivar Solaris consente due raccolti all'anno, con una resa media annua di 4,5 tonnellate/ettaro di semi, 1,48 tonnellate/ettaro di olio, e 3,02 tonnellate/ettaro di pannello proteico adatto all'alimentazione animale (6). La biomassa residua del raccolto, 5-8 tonnellate/ettaro, è adatta per la produzione di pasta di carta o per combustione; è anche atta all'insilaggio e all'utilizzo nelle razioni per bovini poiché priva di nicotina, ed ha un discreto potenziale metanigeno (169 Nm3/tonnellata SV misurati dal Crpa con il protocollo di prova UNI 11703, 1 già citato).

 

Perché nonostante tutti i suoi apparenti benefici tale coltura stenta a decollare e non si osservano progressi sostanziali da oltre un lustro?

I motivi sembrano essere molteplici:

  • Non sono disponibili dati pubblici sul costo delle sementi Solaris, in quanto di proprietà esclusiva dell'azienda.
  • La maggior parte di informazioni disponibili proviene da prove pilota in piccola scala, pubblicate in inglese.
  • I macchinari per il raccolto dei semi e l'estrazione dell'olio sul posto sono ancora prototipali.
  • L'olio di tabacco non è nominato nella Red II né nelle bozze di aggiornamento della stessa (Red II). La biomassa residua di tabacco Solaris non è inclusa espressamente nel Decreto Biometano, per cui la digestione anaerobica potrebbe non dare i benefici del "biometano avanzato".

 

Senza un adeguato incentivo esplicito alla produzione, né informazioni trasparenti sui costi colturali, né sui prezzi di vendita dell'olio e del pannello, è dunque difficile per qualsiasi agricoltore decidere se possa valere la pena intraprendere questa coltura innovativa, per quanto essa possa essere socialmente accettabile e ambientalmente sostenibile.

 

Bibliografia

(1) Fatica, A., Di Lucia, F., Marino, S. et al. Study on analytical characteristics of Nicotiana tabacum L., cv. Solaris biomass for potential uses in nutrition and biomethane production. Sci Rep 9, 16828 (2019).

(2) Charlton A.; Medicinal uses of tobacco in history. J R Soc Med. 2004 Jun; 97(6):292-6. doi: 10.1177/014107680409700614. PMID: 15173337; PMCID: PMC1079499.

(3) Berlowitz Ilana, Torres Ernesto García, Walt Heinrich, Wolf Ursula, Maake Caroline, Martin-Soelch Chantal; "Tobacco Is the Chief Medicinal Plant in My Work": Therapeutic Uses of Tobacco in Peruvian Amazonian Medicine Exemplified by the Work of a Maestro Tabaquero; Frontiers in Pharmacology , Volume 11, 2020; DOI=10.3389/fphar.2020.594591.

(4) Murat Z. Ashirov, Ubaidilla M. Datkhayev, Diyas A. Myrzakozha, Hidetoshi Sato, Kairat S. Zhakipbekov, Nurgali A. Rakhymbayev, Bolat N. Sadykov, "Study of Cold-Pressed Tobacco Seed Oil Properties by Gas Chromatography Method", The Scientific World Journal, vol. 2020, Article ID 8852724, 5 pages, 2020.

(5) Sanchez-Ramos JR. The rise and fall of tobacco as a botanical medicine. J Herb Med. 2020 Aug; 22:100374. doi: 10.1016/j.hermed.2020.100374. Epub 2020 May 25. PMID: 32834941; PMCID: PMC7247455.

(6) Grisan, S., Polizzotto, R., Raiola, P. et al. Alternative use of tobacco as a sustainable crop for seed oil, biofuel, and biomass. Agron. Sustain. Dev. 36, 55 (2016).