Siamo in molti

La popolazione mondiale ha raggiunto quota 8 miliardi di persone e ci si interroga sulla capacità del pianeta di soddisfare le esigenze di un così elevato numero di individui senza impoverire oltremodo le risorse che abbiamo a disposizione.

È questo il tema affrontato da Alberto Mingardi sulle pagine che il Corriere della Sera del 28 novembre dedica all'economia.

Negli ultimi cinquant'anni siamo arrivati a produrre più cibo e a creare più ricchezza anche se con grandi differenze fra un'area e l'altra del pianeta.

Un risultato raggiunto grazie all'innovazione tecnologica, ma anche alla capacità di conservare gli alimenti e di spostarli da un punto all'altro del globo.

 

Il risultato si può misurare attraverso la speranza di vita alla nascita, che oggi è di 73 anni, mentre nel 1950 era intorno ai 50 anni e contemporaneamente è andata riducendosi la mortalità infantile.

Il timore della scarsità di cibo è stato superato grazie alle grandi innovazioni che hanno coinvolto non solo il mondo agroalimentare.

Per chi oggi teme gli effetti di una sovrappopolazione l'articolo si conclude ricordando che più esseri umani sono anche più cervelli per risolvere i nostri problemi.


Olivo, annata nera

Gran parte degli olivicoltori pugliesi hanno già terminato la raccolta delle olive e ora è il momento dei bilanci, che purtroppo sono negativi.

Come scrive Giuseppe Di Bisceglie sul Corriere del Mezzogiorno, le cause sono molteplici, dalla siccità alle temperature elevate e infine gli attacchi dei parassiti.

Inoltre occorre fare i conti con l'aumento dei costi, cresciuti in media del 50%, che hanno riguardato in particolare il carburante e i concimi.

 

Ad accentuare i problemi i numerosi attacchi della mosca olearia che ha di molto indebolito le olive, con un conseguente perdita di quantità e qualità dell'olio.

Una situazione di difficoltà che si riflette anche sui frantoi, che in taluni casi hanno scelto di interrompere la produzione per l'eccessivo aumento dei prezzi dell'energia.

La grande sfida è ora nella fase finale, quella della commercializzazione dove già si ipotizza che l'olio non possa essere venduto a prezzi inferiori ai 700 euro al quintale, livelli che potrebbero scoraggiare l'acquisto


Interventi per l'agricoltura

È un ampio dossier dedicato al settore agroalimentare quello che si può leggere sulle pagine de Il Resto del Carlino in edicola il 30 novembre.

Tra gli articoli di apertura troviamo l'intervista raccolta da Valerio Baroncini con il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il timone, afferma Lollobrigida, è puntato sulla qualità e sui prodotti autenticamente made in Italy con filiera certa.

Fra gli interventi da mettere in atto per consentire agli imprenditori di far fronte agli impegni finanziari c'è il progetto di moratorie e misure di garanzia pubblica.

Inoltre, per andare incontro all'aumento dei costi energetici, è necessario inserire l'agricoltura in una categoria che permetta l'accesso a tariffe più basse rispetto alle attuali.

 

Il dossier continua con l'intervento dell'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi, intervistato da Francesco Moroni.

Fra i problemi da affrontare in questa Regione figura la gestione idrica per risolvere i problemi della siccità.

Tramite lo Sviluppo Rurale sono stati messi a bando sette milioni di euro per invasi aziendali e altri 20 milioni con il nuovo piano 2023-2027.

Al Ministero per l'Agricoltura si chiede di predisporre sostegni alle imprese agricole per i danni conseguenti alle alte temperature dell'estate e ad alcune fitopatie, come gli elateridi per le patate, la maculatura bruna delle pere e la flavescenza dorata della vite.

 

Merita infine un cenno l'articolo firmato da Martino Pancari, dal quale si apprende che Ismea destina 100 milioni di euro alla nuova edizione del Bando "Ismea Investe", dedicato alle società di capitali attive nel settore agricolo e agroalimentare.

Sono presenti sia finanziamenti agevolati che interventi a condizioni di mercato nel capitale di rischio, per supportare progetti di sviluppo produttivo e/o commerciale, anche mediante processi di aggregazione tra aziende.


Il nodo imballaggi

Fa molto discutere la proposta della Commissione Europea di ridurre in modo drastico l'impiego di imballaggi monouso.

A essere coinvolti sono numerosi prodotti, dai flaconi di sapone liquido sino agli imballaggi di frutta e verdura.

L'obiettivo della Commissione, spiega Francesca Basso sulle pagine del Corriere della Sera del primo dicembre, è un taglio del 15% entro il 2040 dei rifiuti di imballaggio, con percentuali diverse a seconda dei settori.

 

La proposta ha messo in allarme le industrie europee e italiane del packaging, della ristorazione e dell'agroalimentare.

Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo, ha detto il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che si è anche detto consapevole di quanto in Italia già è stato fatto sul riciclo. Ma l'obiettivo è quello di fare ancora di più.

La proposta è alle sue battute iniziali e ora dovrà essere esaminata dal Parlamento Ue e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria.


Imballaggi, Italia virtuosa

Si torna a parlare del tema degli imballaggi il 2 dicembre, questa volta sulle pagine de Il Sole 24 Ore, dove l'argomento è approfondito nell'articolo di Nicoletta Picchio.

Facendo riferimento alle dichiarazioni di Katia Da Ros, vicepresidente di Confindustria per Ambiente, sostenibilità e cultura, l'articolo sottolinea come il regolamento europeo sulla riforma degli imballaggi stia creando enorme preoccupazione in tutti i settori.

 

Ne potrebbe derivare un danno per l'Italia, che vanta un tasso di uso circolare di materiali al 19,3% contro una media europea dell'11,9 per cento.

Inoltre la nostra industria avvia al riciclo una percentuale record pari all'83,4% dei materiali impiegati, superando ampiamente la media europea che si ferma al 53,8%.

Ricicliamo il 73% dei rifiuti da imballaggio, superando in anticipo l'obiettivo europeo del 70% fissato per il 2030.

È dunque necessario che l'impostazione fortemente critica della Commissione possa essere superata, mentre sul fronte della legislazione interna è bene evitare "fughe in avanti" e il riferimento è al decreto legislativo dello scorso 23 settembre in tema di rifiuti ed economia circolare.


I soldi della Pac e il ritorno dei voucher

Per l'agricoltura italiana sono in arrivo 35 miliardi. Sono quelli previsti dalla Pac (Politica Agricola Comune) per i prossimi cinque anni.

A darne anticipazione è Micaela Cappellini su Il Sole 24 Ore del 3 dicembre, dove specifica che dall'Unione giungeranno 26,6 miliardi, mentre i rimanenti 8,5 miliardi saranno messi dall'Italia.

Più in dettaglio, 672 milioni andranno ai giovani agricoltori, quasi 3 miliardi alle misure ambientali, 4,4 miliardi ai pagamenti diretti per pratiche ecosostenibili, 413 milioni per progetti di sviluppo locale e 2,2 miliardi di euro all'innovazione e alla digitalizzazione.

Per promuovere i sistemi di agricoltura integrata l'Italia utilizzerà 518 milioni di euro.

Inoltre alcuni settori strategici, come il grano duro, il latte di bufala o il pomodoro da industria riceveranno 2,64 miliardi.

Tra le principali novità della nuova Pac figurano gli ecoschemi, che si traducono in pagamenti aggiuntivi per gli agricoltori che si impegnano nel rispetto di pratiche agricole a basso impatto. 

 

Restiamo su Il Sole 24 Ore del 3 dicembre con l'articolo di Giampiero Falasca che illustra le novità in tema di lavoro occasionale, che vedono il ritorno dei voucher.

Per il settore agricolo i buoni lavoro potranno remunerare il lavoro occasionale svolto "nell'ambito delle attività agricole di carattere stagionale per un periodo non superiore a 45 giorni nel corso dell'anno solare.

Ogni utilizzatore potrà spendere in buoni lavoro 10mila euro (in passato erano 5mila) ed è confermato il limite di 2.500 euro di compensi per ciascun lavoratore che sale a 5mila nel caso di più datori di lavoro.

Immutato infine il sistema di tutele e diritti del lavoratore, con diritto all'assicurazione per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, con iscrizione alla gestione separata Inps.


Sovranità alimentare

Libero del 4 dicembre ospita un'ampia sintesi dell'audizione del ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare alle commissioni competenti di Senato e Camera.

In questa occasione il ministro Francesco Lollobrigida ha ribadito che l'idea alla base della scelta del nuovo nome del dicastero è quella di traghettare il mondo agricolo in un sistema di valori e maggiori tutele, che trova nel concetto di sovranità alimentare l'affermazione del made in Italy agroalimentare.

Ribadito il ruolo degli agricoltori come custodi del nostro territorio e dell'immenso patrimonio agroalimentare e forestale del nostro Paese.

Va riconosciuto che questi stessi agricoltori sono tra quelli che maggiormente hanno retto l'impatto dell'emergenza sanitaria e che ora subiscono le maggiori conseguenze della crisi energetica e del conflitto russo ucraino, insieme agli effetti legati ai cambiamenti climatici, che hanno portato i costi di produzione a livelli insostenibili.

 

La produzione di cibi sani e di qualità, sono ancora le dichiarazioni di Lollobrigida, sono le priorità del Paese, che impongono precisi obiettivi strategici in termini quantitativi e qualitativi e di equità dei prezzi che non dovrebbero mai scendere al di sotto dei costi di produzione.

La missione del dicastero agricolo - ha aggiunto il ministro - è quella di rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.

Fra i temi affrontati anche quello dell'etichettatura, confermando la decisione di prorogare oltre il termine della fine anno il regime sperimentale italiano che obbliga l'indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.

Netta infine la posizione nei confronti dei cibi artificiali, che saranno contrastati in ogni sede, mentre l'Italia sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti di forza del made in Italy.


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.

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