Il meteo non dà pace agli agricoltori umbri, anzi. Dopo la siccità, che continua a provare molte zone della Regione come del resto d'Italia, in questi giorni è arrivata anche la grandine.

 

Una grandinata eccezionale, come riporta Cia Umbria, con chicchi grandi come albicocche che hanno pesantemente danneggiato coltivazioni, capannoni e pannelli solari.

 

Le zone più colpite sono state quelle di Pozzuolo e Petrignano del Lago in provincia di Perugia, al confine con la Toscana.

 

Come riportano i tecnici umbri della Cia, le grandinate in pieno giugno non sono più una novità già da qualche anno e proprio per questo l'associazione sta chiedendo politiche più sensibili a questa problematica ormai sistematica, con azioni concrete che mettano al riparo, o quantomeno sostengano con incentivi economici, risarcimenti adeguati e polizze assicurative idonee alle produzioni agricole.

"La grandine è solo l'ultimo dei problemi che il comparto agricolo sta vivendo - ha afferma Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria -  Tale disastro si aggiunge ad una già difficilissima condizione dovuta ai rincari delle materie prime, dei fertilizzanti e dei costi energetici che ci costringono a produrre il cibo che portiamo sulle tavole ogni giorno in condizione di perdita economica, per mero senso di responsabilità, e non certo per fare reddito".

 

A tutto questo - ha continuato Bartolini - si aggiungono i danni della fauna selvatica, cinghiali in primis, ormai totalmente fuori controllo, che invadono i nostri campi facendo razzia dei raccolti e distruggendo i terreni per migliaia di euro di danni l'anno".

 

Una situazione che si protrae nonostante la minaccia sempre più incombente della peste suina alle porte dell'Umbria, che sta destando grande preoccupazione non solo agli allevamenti suinicoli ma anche per le possibili ripercussioni sul piano turistico.

 

"L'agricoltura - ha concluso il presidente Bartolinideve essere sostenuta anche attraverso bandi che aiutino gli imprenditori agricoli ad investire in macchinari e attrezzature tecnologiche, capaci di monitorare costantemente l'andamento climatico per proteggere i raccolti e le strutture, sfruttando quelle innovazioni tecnologiche che la ricerca mette in campo, facendo sì che siano accessibili a tutti, grandi e piccole aziende agricole, che sono il cuore produttivo dell'Umbria. Senza adeguate politiche di prevenzione e programmazione l'agricoltura non potrà superare la crisi attuale".