All'interno di un vigneto non tutte le viti producono lo stesso livello di uve in termini di quantità e qualità. Alcune piante producono più bacche e altre meno, alcune esprimono una elevata qualità mentre altre generano uve più scadenti. Le differenze vengono poi annullate al momento della vendemmia quando i grappoli vengono raccolti tutti assieme e pigiati generano un mosto la cui qualità di solito viene "tirata" verso il basso dagli uvaggi scadenti.

Ma come si spiega questa variabilità, essendo le viti tutte cloni? Le differenze di produttività a livello di vite sono determinate prima di tutto dalle caratteristiche del terreno, dal microclima e infine dall'approccio agronomico. All'interno di uno stesso campo infatti il suolo può variare in maniera anche sensibile a livello di tessitura, di stratificazione, di presenza di sostanza organica, di pH, di composizione chimica e tanto altro ancora.

"I viticoltori che hanno una superficie limitata da gestire conoscono le differenze all'interno di uno stesso vigneto e possono mitigarle attraverso un approccio agronomico differenziato. Ma per le grandi aziende o le cooperative che ricevono uve da centinaia di produttori, questa gestione, che possiamo definire manuale, è impossibile. Da qui è nata l'idea del progetto 'Mappiamo'", spiega Attilio Scienza, professore presso l'Università degli studi di Milano e massimo esperto di uva e di vino.
 

Il progetto "Mappiamo"

"Mappiamo" (Modelli e algoritmi previsionali con la realizzazione di una piattaforma integrata per una agricoltura moderna) è un progetto finanziato dal ministero dello Sviluppo economico che vede coinvolte tre cantine cooperative (Cantina Valpolicella Negrar, La Guardiense e Cantine Citra). Il progetto ha la supervisione scientifica del professore Scienza ed è coordinato da Sovedi Srl in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, Mpa Solutions Soc. coop., Enogis Sl ed Ager Soc. coop.

L'obiettivo di "Mappiamo" è quello di creare una piattaforma per i viticoltori e le cantine cooperative al fine di rendere possibile una gestione di precisione della vigna.

La piattaforma utilizza diverse fonti di dati. In primis le rilevazioni effettuate dai satelliti, che permettono di conoscere i diversi gradi di vigorìa all'interno di uno stesso vigneto. Sono poi sfruttati i dati provenienti da centraline agrometeorologiche, da sensori su piante e terreno e infine dalle informazioni fornite direttamente dall'agricoltore oppure dal tecnico con sopralluoghi in campo.

Questa mole enorme di dati viene analizzata grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale e fornisce informazioni preziose al viticoltore e alla cantina per gestire la variabilità in campo.


Quattro obiettivi per una viticoltura sostenibile e di qualità

Il progetto "Mappiamo" si pone quattro obiettivi primari.

Il primo è una gestione differenziata delle uve conferite dal viticoltore alla cantina sociale. Se infatti oggi le uve di più viticoltori vengono mischiate assieme, in futuro sarà possibile suddividere le uve a seconda della qualità, avviandole a diverse vinificazioni.

"La piattaforma sarà utile alle cantine per gestire i conferimenti e trattare in maniera differenziata le diverse tipologie di uve, con l'obiettivo di vinificare assieme i grappoli di qualità omogenea, in modo da ottenere vini di qualità elevata, evitando invece di produrre solo vini di qualità media", spiega Scienza. "Ma conoscendo le caratteristiche delle uve sarà anche possibile valorizzarne appieno le caratteristiche".

Il secondo obiettivo è quello di supportare il viticoltore in un percorso di gestione del vigneto che permetta di ottenere produzioni omogenee in termini di qualità e quantità. Il viticoltore avrà infatti a disposizione un'interfaccia semplice, consultabile da smartphone, che mostrerà quali sono i diversi gradi di vigorìa all'interno di un campo.

Grazie alla formazione e all'assistenza tecnica fornite dalla cooperativa, il viticoltore potrà gestire dal punto di vista agronomico la singola pianta agendo su fattori quali la potatura o la concimazione, al fine di ottenere una qualità migliore delle uve.

Il terzo obiettivo è quello di aumentare la sostenibilità del vigneto. La piattaforma avrà infatti una funzione di supporto alle decisioni (Dss) che guiderà il viticoltore nella gestione fitosanitaria e nella concimazione. L'operatore avrà ad esempio ben chiaro il livello di rischio in campo per quanto riguarda le principali fitopatie della vite e potrà intervenire sulla base di informazioni puntuali e affidabili e non basandosi su calendari o bollettini diramati per vaste porzioni di territorio.

"Il Dss sarà infatti molto specifico e potrebbe portare l'agricoltore a trattare anche solo porzioni di campo, con ricadute positive a livello di riduzione degli input chimici", spiega Scienza.

Il quarto ed ultimo obiettivo riguarda invece l'adattamento del comparto vitivinicolo ai cambiamenti climatici. Oggi infatti l'andamento meteo è sempre più imprevedibile e questo ha pesanti ripercussioni sulla gestione del vigneto. L'utilizzo di sistemi predittivi permetterà di avere una gestione tempestiva del campo andando ad esempio a vendemmiare le uve nel momento ottimale della maturazione, in accordo ovviamente con gli obiettivi aziendali.

Nelle aree vocate alla produzione di spumanti, come la Franciacorta o il Trentino, le aziende hanno assistito inermi ad una modifica del calendario delle vendemmia, sempre più anticipata per preservare il giusto grado di acidità delle bacche, che esposte in media a temperature più elevate rischiano di arrivare in cantina con un grado zuccherino troppo elevato, acidità bassa e un profilo aromatico non ancora del tutto sviluppato.


La viticoltura diventa 4.0, anche in cooperativa

Concludendo, il progetto "Mappiamo" vuole portare i principi della viticoltura 4.0 anche all'interno delle grandi cooperative vitivinicole, aiutandole a gestire in maniera differenziata le uve conferite e supportando i viticoltori verso un percorso di miglioramento della gestione del vigneto.

Resta l'incognita di come i viticoltori, spesso anziani, accoglieranno il cambiamento. "Sarà necessario un percorso di formazione e di incentivo economico al miglioramento", conclude Attilio Scienza. "Ci rivolgeremo inizialmente a quei viticoltori più sensibili e disposti a cambiare e in un secondo momento a tutti gli altri. È naturale poi che vengano messe in campo delle politiche di prezzo, che vedranno le cooperative pagare un premio a quei viticoltori che attraverso l'impiego delle moderne tecnologie saranno in grado the migliorare la produzione, ma soprattutto di renderla più omogenea".