L'acqua rappresenta un costo e una risorsa importante per la viticoltura, specialmente nelle zone di montagna. Fondamentale per la crescita delle viti, negli ultimi anni sta diventando sempre più scarsa e dal costo talvolta importante se si considera sia la materia prima che l'energia impiegata per il suo trasporto in territori montani.

Per ottimizzare l'impiego dell'acqua e migliorare la qualità delle uve la Fondazione Bruno Kessler, attraverso lo spin-off Tessa Agritech, ha lanciato il progetto Sapience (finanziato da Eit Climate-Kic). Un progetto che utilizzando sensori IoT in campo e analizzando i dati raccolti grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale è in grado di suggerire all'agricoltore se e quanto irrigare. L'obiettivo è duplice: non sprecare acqua e migliorare la qualità delle uve prodotte.

Tra i primi e più entusiasti viticoltori a partecipare a questo progetto (di cui fa parte il Consorzio Agribologna, il Consorzio irriguo Roverè della Luna e la Cantina sociale Roverè della Luna) è stato Giuliano Preghenella, che insieme al padre e al fratello conduce oltre 5 ettari di vigneto a Roverè della Luna.

"Ho sempre creduto che il digitale potesse apportare enormi benefici all'agricoltura, ma ho sempre registrato una certa distanza tra gli istituti di ricerca e le aziende agricole", spiega ad AgroNotizie Preghenella.

Durante l'evento Smart farming & food, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach e Hit-Hub Innovazione Trentino, Preghenella ha avuto modo di interagire, tramite Twitter, con Raffaele Giaffreda, esperto di Iot della Fondazione Bruno Kessler e tra i fondatori di Tessa Agritech. Dopo un paio di messaggi virtuali è arrivato l'incontro nel mondo reale e la decisione di avviare una collaborazione.

"In una porzione di vigneto sono stati installati dei sensori wireless che raccolgono costantemente dati come l'umidità dell'aria e del terreno, le precipitazioni, la pressione atmosferica e tanto altro ancora. Dati che vengono caricati in cloud e analizzati per valutare il fabbisogno idrico della vigna", spiega Preghenella, che nella sua azienda coltiva Pinot Grigio, Schiava e Gewurztraminer, vitigno oggetto della sperimentazione.

"L'obiettivo è quello di ottimizzare il ciclo irriguo ottenendo da un lato un risparmio economico dovuto ai minori costi di irrigazione e dall'altro aumentare la qualità delle produzioni". Dopo il periodo preparatorio il progetto è entrato nel vivo solo quest'anno e dunque non è ancora dato sapere se ad ottenere i migliori risultati sia stata la parcella gestita dall'intelligenza artificiale o quella irrigata secondo le indicazioni dei tecnici. In ogni caso ad orientare le scelte sarà la qualità dell'uva che rimane l'obiettivo finale prioritario. "Ci si aspetta un risparmio idrico che va dal 30 al 50%, ma non potrò dirmi soddisfatto se a fronte di una gestione più ecosostenibile non avrò una qualità delle uve soddisfacente".


Se risparmi guadagni... grazie alla blockchain

A rendere ancora più innovativo il progetto c'è il fatto che i dati acquisiti dai sensori IoT vengono certificati attraverso blockchain. In questo modo diventano immutabili nel tempo e potranno essere utilizzati per remunerare gli sforzi degli agricoltori.

Come spiega ad AgroNotizie Raffaele Giaffreda, in Trentino e in Alto Adige (come in altre regioni) ci sono diversi attori interessati ad una gestione più accorta dell'acqua. I consorzi irrigui ad esempio potrebbero risparmiare risorse importanti nel caso in cui potessero pompare meno acqua verso le aziende agricole. E gli operatori idroelettrici sarebbero interessati a mantenere alto il livello dell'acqua negli invasi, scenario che alletta anche gli operatori turistici, che valutano positivamente un paesaggio alpino con i laghi colmi di acqua.

Nell'ambito del progetto Sapience questi soggetti dovrebbero quantificare economicamente il risparmio idrico generato dall'agricoltura. E le risorse da loro messe a disposizione potrebbero essere ripartite tra gli agricoltori a seconda dei risparmi idrici certificati dai dati in blockchain.

A quel punto l'agricoltore che riceve il consiglio irriguo di ridurre del 5-10% l'apporto di acqua potrebbe decidere se ignorarlo, rinunciando al 'premio', oppure seguirlo, pur avendo sempre come obiettivo la qualità del prodotto.

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