Il grano duro ha nell'Emilia Romagna uno degli areali più importanti che nel 2019, a causa di una serie di forti criticità, l'hanno portato a una campagna molto difficile, sia dal punto di vista quantitativo che, in particolare, sul fronte della qualità.

Martedì 24 settembre si è svolto in Regione Emilia Romagna il convegno dal titolo "Grano duro in Emilia Romagna, oltre la campagna 2019" per fare il punto della situazione del mercato, le prospettive per le campagne future e sui vari aspetti tecnici e climatici che andranno certamente a influenzare la produzione di grano duro nell'areale emiliano-romagnolo.

"In 60 anni le emissioni di C02 sono cresciute del 30% - ha sottolineato Lucio Botarelli di Arpae – La temperatura media globale è aumentata di 1,1°C dal periodo preindustriale di inizio anni 60 e di 0,2°C rispetto al periodo 2011-2015. Questo sta a significare come negli ultimi anni la crescita delle temperature medie sia stata più repentina. Il trend di massimo cambiamento si è verificato nel periodo 1991-2015. Il clima influenza naturalmente anche le precipitazioni e la variabilità del clima può portare a eventi calamitosi. A questo si aggiungono forti eventi siccitosi che si sono susseguiti dall'estate 2004 a oggi, con estati molto calde e alcuni periodi autunnali e invernali poco piovosi. Tutto ciò ha un impatto sulla produzione agricola, per esempio a livello produttivo sul grano duro si può arrivare a perdere circa un 5% della resa per ogni punto in più di temperatura rispetto alle media storica".

"Horta, attraverso granoduro.net, supporta la filiera di produzione del grano duro in Emilia Romagna – ha precisato Pierluigi Meriggi di Horta – Infatti vi è sempre più la necessità di fornire ai produttori e alla filiera strumenti di supporto alle decisioni (dss) con il quale effettuare valutazioni spazio-temporali. Con questi dss si possono effettuare previsioni per prevedere caratteri qualitativi come la presenza di ruggine e volpatura, che quest'anno è stato il problema principale sul fronte della produzione di grano duro".

"Per mantenere competitività a livello internazionale in ambito genetico e genomico delle piante si è reso necessario mettere in campo un progetto di sequenziamento del genoma del frumento duro – ha spiegato Francesca Desiderio del Crea – grazie a un'iniziativa congiunta di Unibo, Cnr e Crea. Il sequenziamento del genoma del frumento duro produce effetti positivi come novità in merito alla selezione delle piante e delle varietà, ricercando quelle più resistenti e a malattie e una moderna gestione delle risorse genetiche".

"Con l'innovazione varietale 2.0 si fa una selezione più precisa ed efficiente, puntando a fattori sempre più fondamentali come la resilienza alle avversità climatiche, l'efficienza di utilizzazione delle risorse del suolo, le rese quantitative e i parametri qualitativi – ha ribadito Roberto Tuberosa selezione assistita con marcatori, genomica ed editing del genoma consentiranno una selezioni più veloci con tempi di rilascio varietale di 7-8 anni".

Marco Silvestri, agronomo di Barilla, ha spiegato l'importanza della sostenibilità per Barilla, sottolineando la ricerca sempre più mirata a elevati standard qualitativi del grano duro per la trasformazione della multinazionale di Parma, mentre Mauro Bruni di Aretè ha fatto una panoramica del comparto del grano duro in Italia e nel mondo, mettendo a confronto produzioni e dinamica dei prezzi.

"Ricerca e innovazione sono le strade per affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatologie che incidono sulla produzione agricola – ha ricordato in chiusura l'assessore all'Agricoltura Simona CaselliLe scelte per un'agricoltura sempre più evoluta e resiliente passano attraverso l'agricoltura di precisione, l'innovazione varietale, tecniche colturali sostenibili. Fondamentale è poi la necessità di programmare la produzione e siglare accordi di filiere, riducendo i rischi di mercato e massimizzando le rese cercando di contenere i costi. In Emilia Romagna abbiamo un'importante accordo di filiera per la produzione di frumento duro di alta qualità, che da oltre un decennio viene sottoscritto da Barilla con società sementiere, Op e consorzi agrari".