L'Italia mantiene il primato per la produzione di vino, con 49,5 milioni di ettolitri, davanti alla Spagna (47 milioni) e alla Francia (46 milioni). E' questo il dato principale che si evince dalle stime sulla produzione vinicola diffuse dalla Commissione europea, in linea con le previsioni vendemmiali dell'Osservatorio del vino di Uiv-Ismea, presentate al ministero dell'Agricoltura a settembre.
La produzione italiana rimane in testa grazie all'importante incremento (+16%) rispetto al 2017.

"Constatiamo con piacere che i dati forniti dalla Commissione europea sono allineati a quelli diffusi dall'Osservatorio del vino - sottolinea il segretario generale di Uiv Paolo Castelletti - una conferma della validità del metodo di lavoro ormai consolidato che abbiamo messo a punto con l'Ismea per fornire al mondo vitivinicolo italiano dati affidabili su cui basare pianificazioni e strategie. Ovviamente si tratta di stime, che dovranno essere confermate con le dichiarazioni di produzione".

Castelletti denuncia poi la questione dei prezzi, al momento troppo bassi.
"E' doverosa una riflessione sull'andamento dei prezzi. Per quanto sia stata generosa questa vendemmia, registriamo una riduzione delle quotazioni dei vini all'origine assolutamente ingiustificate, che sembrerebbero frutto di logiche speculative, assolutamente dannose per il settore. Questo anche vedendo il dato sulle giacenze al 1 agosto, inferiore del 10% rispetto al 2017. La disponibilità complessiva del prodotto non giustifica le tensioni al ribasso dei prezzi dei vini che stiamo rilevando sui mercati".

L'aumento del prodotto lo si può attestare anche a livello mondiale. I dati dell'Oiv dicono che la produzione mondiale 2018, esclusi succhi e mosti, dovrebbe attestarsi sui 282 milioni di ettolitri, in crescita di 31 milioni rispetto a quella 2017, in cui si verificò una produzione scarsa.