Nata a febbraio dall'unione di undici produttori, Vigne di Roma, la rete di imprese che vuol promuovere e rilanciare il vino laziale, cresce e vuol presentarsi al grande pubblico.

Per farlo ha scelto Taste of Roma, il principale evento enogastronomico della capitale che si è tenuto nei giorni scorsi nei giardini pensili dell'Auditorium del Parco della musica.

Un palcoscenico ancor più potente per la partecipazione del nuovo programma televisivo MangiaeBevi tivù, in onda sul canale 826 di Sky, oltre ad una ampia squadra di giornalisti di settore e autori di guide del vino.

L'obiettivo principale è quello di rilanciare l'immagine del vino laziale, farne conoscere le potenzialità e le eccellenze e liberarlo dalla tradizionale immagine del vino da osteria, e lasciandola solo alle poesie del Belli e di Trilussa e alle tavole di qualche 'verace' trattoria.

E per questo rilancio l'idea è quella di sfruttare il nome di Roma, un nome che come ricorda Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, è conosciuto in tutto il mondo.

Ma Roma è anche un mercato eccezionale da aggredire, appena scalfito fino ad oggi, come ha ricordato Antonio Santarelli di Casale del Giglio, una delle cantine associate con sede a Cisterna, in provincia di Latina.

L'export è un'opportunità interessante, certo, ma per Santarelli Roma, con i suoi milioni di abitanti e di turisti è una vera e propria miniera d'oro, dove la quota di mercato dei vini del Lazio è ancora molto ridotta.

Altro obiettivo di Vigne di Roma è quello di accostarsi sempre di più alla ristorazione, con l'intento di creare una 'carta dei vini' che privilegi il territorio, dal momento che le cucine romana, ciociara, viterbese, pontina e reatina ben si sposano con i vini che vengono prodotti nella regione laziale.

Gli strumenti chiave per questi vitivinicoltori sono unione e collaborazione, oltre ovviamente a qualità, e come ha aggiunto Paolo Perinelli di Casale della Ioria, Vigne di Roma è una realtà innovativa che permette a tutti di partecipare, è una rete aperta che quindi può e vuole crescere.

Come si legge nel contratto di rete, Vigne di Roma vuole essere un punto di riferimento, di incontro, di dibattito, di scambio di esperienze e di progettualità. E lo sta iniziando a fare bene.
 

Le aziende associate

Marco Carpineti, Casale del Giglio, Casale della Ioria, Castello di Torre in Pietra, Cincinnato, Consoli, Famiglia Cotarella, Federici, Donato Giangirolami, Papalino, Poggio le Volpi, Principe Pallavicini, Tenuta Sant'isidoro, Terre di Marfisa.