Due uragani a stretto giro sugli Stati Uniti - Harvey alla fine di agosto e Irma in transito in queste ore - rischiano di infiammare i mercati agricoli al di là dell'Oceano, con conseguenze che, in un mondo globalizzato, potrebbero quasi certamente avere riflessi anche sulle economie europee e asiatiche.

La Florida, insieme alla California che non dovrebbe essere colpita dalla traiettoria di Irma, è il secondo maggiore fornitore dei supermercati americani. Lo Stato che si affaccia sull'Atlantico ha il 10% delle aree degli Stati Uniti coltivate a frutta e verdura. La preoccupazione degli agricoltori e della filiera alimentare è elevatissima, anche perché oltre ai danni per le colture ancora da raccogliere (in serra o in campo) i rischi sono alti anche per le possibili mancate semine delle colture autunno vernine.

Ancora in Florida, i campi di zucchero e gli impianti per la sua raffinazione si stanno preparando a Irma e stanno pianificando gli interventi delle squadre chiamate a riportare tutto alla normalità dopo la tempesta. "Non possiamo fare niente sui campi di canna e sugli aranci, ma preghiamo", ha dichiarato Adam H. Putnam, commissario del dipartimento di Agricoltura e Servizi per i consumatori della Florida.
La canna da zucchero della Florida, secondo Stato dopo le Hawaii, rappresenta quasi un quarto di tutto lo zucchero prodotto negli Stati Uniti, ma è una coltura molto resistente, sovente anche alla forza degli uragani. L'uragano potrebbe portare ad un incremento dei prezzi e influenzare, di riflesso, anche i listini delle produzioni energetiche, dalla benzina all'etanolo (ma non il greggio).


I mercati hanno dato i primi segnali di tensione

Come nella commedia "Una poltrona per due", con Eddy Murphy nei panni di un senzatetto proiettato a Wall Street, l'uragano Irma ha fatto schizzare il succo d'arancia concentrato congelato. La Florida è il secondo produttore mondiale di arance (pari al 9% del mercato planetario) e l'avvento imprevisto di Irma ha lanciato alle stelle i futures in scadenza a novembre del succo d'arancia concentrato e congelato, che sono passati da 1,30 a 1,55 dollari alla libbra, ben oltre il valore più alto dallo scorso maggio.
La speranza è che il passaggio del ciclone in questa fase in cui le arance sono ancora ben salde alla pianta arrechi danni meno gravi rispetto a una fase di sviluppo più avanzata della frutta.

Quanto al bestiame, la Florida è uno dei più grandi produttori di vitelli e bovini, e i prezzi dei futures con consegna a ottobre sono passati da 1,42 dollari per libbra 1,48 dollari.

I futures del cotone con consegna del prodotto a dicembre sono aumentati da 71 centesimi per libbra a 75 centesimi e la tendenza è di un ulteriore incremento.

Anche il legname, che non è certo una coltura del Sud-Est degli Usa, sta risentendo della crescita dei listini. E questo per il prevedibile consumo di legno nella costruzione o ricostruzione di alloggi e di edifici commerciali danneggiati dalle tempeste.
Sulla sponda opposta degli Stati Uniti, a preoccupare la popolazione sono gli incendi, che hanno già danneggiato 1,5 milioni di ettari di terreno (senza contare le perdite di mangimi, fieno, erba) e hanno costretto cittadini e bestiame ad allontanarsi dalle aree più calde.


Non solo la Florida

Anche le industrie di trasformazione - informa il network Cnbc - si sono precipitate ad assicurare mezzi, macchine e attrezzature che potrebbero essere schiacciate dal passaggio dell'uragano o trasformarsi in pericolose armi volanti.

C'è paura anche fra gli agricoltori della Carolina del Nord e della Carolina del Sud, che temono di perdere i raccolti di cotone (rappresentano il 5% della superficie americana), come è già capitato ai colleghi del Texas, vittime dell'uragano Harvey, la cui forza ha causato danni nei campi per circa 150 milioni di dollari e una scia inerte di fibra bianca al suolo.
E sempre in North Carolina, secondo produttore di maiali e tacchini del paese, gli allevatori stanno stoccando grandi quantità di mangime, qualora le strade venissero interrotte.