'Agricoltura biologica tra mercato e sostenibilità' è il titolo del convegno che si è svolto il 9  e il 10 giugno 2017 a Isola del Piano, in provincia di Pesaro Urbino, nella cornice del monastero di Montebello, nell'ambito di Bioeuropa 2017.

Un convegno per parlare e fare il punto sul biologico, che sta vivendo una crescita continua che fa registrare oltre 260mila aziende certificate in Europa, di cui oltre 60mila in Italia, con un fatturato che a livello europeo supera i 25 miliardi di euro.

Nelle Marche sono 2.677 le aziende certificate, con un aumento del 10% rispetto al 2015, con una superficie coltivata di 63mila ettari, circa il 15% della Sau regionale.

E in crescita sono anche le vendite, in tutti canali di distribuzione, dai supermercati alla vendita diretta in azienda.

"Oggi il biologico non è più solo un modello di agricoltura sostenibile - ha affermato l'assessore regionale all'Agricoltura Anna Casini, intervenuta al convegno - ma una realtà economica in espansione. La sfida da vincere è quella di garantire la remuneratività".

Per Anna Casini l'economia senza valore non ha futuro e le imprese biologiche hanno già superato la sfida di produrre in modo naturale. Ora devono imporsi sul mercato, puntando sulla filiera per valorizzare la sostenibilità e l'innovazione.

Un'opportunità offerta dal Programma di sviluppo rurale che sostiene gli investimenti destinati alla produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti, costituendo uno strumento chiave per lo sviluppo del settore.

L'obbiettivo, come ha spiegato l'assessore, è quello di collocare il prodotto biologico sul mercato attraverso canali più vantaggiosi e legandolo alla promozione del territorio. E dopo l'esperienza positiva della passata programmazione del Psr, anche nella programmazione attuale una delle chiavi di sviluppo saranno i progetti integrati di filiera.

In particolare sono previsti 31,6 milioni di euro complessivi per l'agroalimentare e i mercati locali. Il biologico ha presentato investimenti per 18,3 milioni, ai quali andranno 8 milioni di contributi, coinvolgendo 354 imprese agricole e 9 della trasformazione.

Secondo la Casini, la scelta fatta è chiara ed è quella di favorire le politiche agroambientali per compensare gli agricoltori biologici dei maggiori costi di produzione, promuovendo una cultura dell'alimentazione di qualità, legata alla tutela dell'ambiente e a modelli sociali più evoluti.