Per quanto fosse in buona parte prevista, il primo turno delle presidenziali francesi scodella una vera e propria rivoluzione: i partiti tradizionali, quello gollista e quello socialista, rimangono fuori dal ballottaggio. Il duello ora porta al confronto tra Emmanuel Macron, candidato del partito centrista-europeista En Marche!, e Marine Le Pen, leader del Front National.

Si voterà il prossimo 7 maggio. Il favorito è Macron, che ha ricevuto l'endorsement pubblico del presidente uscente della Repubblica francese, François Hollande.

I due candidati sono all'opposto in tutto. All'indomani del voto, Marine Le Pen chiede ai francesi di coalizzarsi contro la globalizzazione. Al contrario, Macron si rivolge ai "patrioti" e li invita a schierarsi contro il populismo anti-europeo.
Si andrà al voto, come ricordato, fra due settimane.
La Francia, sulle cartine geografiche che ritraggono l'andamento del voto, appare divisa in due: le aree rurali hanno votato per Marine Le Pen; le città, invece, si sono schierate in favore del più giovane candidato all'Eliseo che la storia della Repubblica transalpina abbia mai conosciuto.
 

I programmi per l'agricoltura

Il mondo agricolo aveva più volte sottolineato, nelle settimane che hanno preceduto il voto, che l'attenzione verso l'agricoltura non era sufficientemente all'altezza delle aspettative degli addetti ai lavori da parte dei candidati. Oggi, rimasti due contendenti in corsa, la divergenza forse più marcata riguarda l'atteggiamento verso l'Europa che, in chiave di politica agricola, ha l'ultima parola.

L'ex ministro di Hollande è un europeista convinto. Per la prima volta, infatti, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, si è complimentato con Macron, dinamica assai inusuale a elezioni ancora in corso. L'atteggiamento di Le Pen nei confronti dell'Unione europea e dell'euro è di aperto dissenso.

Le posizioni in campo sono differenti. Elenchiamo, in sintesi, le idee in campo per il settore primario, mutuando la schematicità dai programmi elettorali, rilanciati con grande efficacia dal sito Le Télégramme.
 

Macron

I progetti di Macron per l'agricoltura prevedono: la creazione di cooperative agricole per negoziare con la grande distribuzione; difendere l'istituzione di quote di pesca pluriennali in Europa; impegno a non aggiungere qualsiasi norma nazionale nella maggior parte delle norme europee per l'agricoltura, mare, pesca; facilitare l'accesso a prestiti non garantiti per i giovani agricoltori; divieto di allevamento delle galline di batteria entro il 2022; investire 5 miliardi di euro per i progetti di ammodernamento delle aziende agricole con un impatto ambientale positivo; mantenere standard ambientali legati all'agricoltura; stabilire un "margine di errore" per un agricoltore controllato dalle autorità fiscali.

E poi, ancora: proteggere gli agricoltori dalla volatilità dei prezzi; fissare una quota del 50% di prodotti dell'agricoltura locale e/o di prodotti biologici nella ristorazione, in modo da sviluppare filiere corte entro il 2022; sostenere attraverso aiuti gli agricoltori per i "servizi ambientali", con uno specifico budget di 200 milioni di euro; separare la consulenza agli agricoltori dalla vendita di agrofarmaci; organizzare un dialogo sull'alimentazione fra i produttori, industriali, distribuzione e consumatori.
 

Le Pen

La ricetta di Marine Le Pen è in linea con l'anti-europeismo e con l'idea di valorizzare il più possibile il made in France.
Fra le proposte contenute nel programma elettorale ricordiamo l'attenzione al "patriottismoeconomico, per privilegiare i prodotti agricoli francesi; il taglio dell'Iva per l'allevamento francese; lo sviluppo di una filiera corta dalla produzione al consumo, riorganizzando le filiere; fare della protezione degli animali una priorità nazionale; garantire un reddito dignitoso agli agricoltori; imporre la piena tracciabilità della provenienza geografica e del luogo di trasformazione.

E ancora, vietare l'importazione di prodotti agricoli e alimentari che non rispettano gli standard di produzione francesi; promuovere le esportazioni agricole che sostengono i marchi di qualità; respingere i modelli di allevamento ultra-intensivo, come le stalle da mille vacche; semplificare la vita degli agricoltori, bloccando l'esplosione di norme amministrative; trasformare la Politica agricola comune in una Politica agricola francese.