Si è chiusa a Napoli ieri, 22 novembre 2016, la terza edizione di Gustus, definito dagli organizzatori "expo dei sapori mediterranei, salone professionale dell’agroalimentare, enogastronomia e tecnologia".

Una fiera - 70 buyer e 140 espositori presenti – cresciuta molto rispetto all’edizione 2015 ed un’occasione anche per parlare di come organizzare le imprese agricole e agroalimentari meridionali e campane per la sfida del mercato. Uno degli argomenti affrontati è stato quello del contratto di rete. E Gustus ha tenuto a battesimo il lancio di Terre del Sud, incubatore di reti d'imprese agroalimentari del Mezzogiorno d'Italia.

Nel convengo "Alimentazione, innovazione e internazionalizzazione – Fare rete al Sud", tenutosi ieri pomeriggio, Corrado Martinagelo, presidente del comitato scientifico dell’associazione Grow in Rete e referente del deputato europeo Paolo De Castro per le politiche agroalimentari Italia-Ue, ha sottolineato l'importanza della manifestazione: "Dobbiamo fare di Gustus la prima fiera dell’agroalimentare del Sud, perché Napoli è centrale rispetto al Mediterraneo ed è capitale del Mezzogiorno".

Ha inoltre lanciato la proposta che "AssoretiPmi, Fenailp e le organizzazioni agricole costituiscano un tavolo di lavoro per fare in modo da avviare un percorso comune, per lanciare Terre del Sud, incubatore di imprese per i contratti di rete dell’agroalimentare del Mezzogiorno d’Italia, un momento di aggregazione forte per rendere competitive le nostre imprese".

La funzione del tavolo, secondo Martinangelo è quello di far nascere l’incubatore Terre del Sud per sviluppare contratti di rete perché "L’agroalimentare non vince senza innovazione ed internazionalizzazione, ed i contratti di rete sono uno strumento possibile per acquisire queste due leve competitive, perché punta ad esaltare la necessità delle imprese di diversificare le linee di prodotto, al fine di ammortizzare i momenti di crisi e svilupparsi esportando".

Martinangelo ha infine sottolineato: "Per fare questi passi solo le imprese unite possono abbattere i costi e vincere la sfida del mercato globale, dove aggregarsi, in queste condizioni diventa un obbligo."

Paolo Fiorentino, delegato per la Regione Campania di Assoretipmi, nell’accogliere l’invito di Martinangelo, ha ricordato: "Le nostre piccole imprese hanno scarse capacità di innovazione ed internazionalizzazione per via dei costi Negli ultimi quattro anni abbiamo organizzato come associazione 250 eventi per spiegare la necessità di fare rete tra imprese".

Tre le barriere da superare: quelle poste dai mercati e dalle necessità di competere sulla qualità.
"Oggi al Sud 4468 imprese hanno stipulato 922 contratti di rete – ha detto Fiorentino, che ha ricordato - il settore agroalimentare del Mezzogiorno d’Italia vede ben 845 imprese riunite in 215 contratti di rete, oltre la media nazionale".

Fiorentino ha poi ricordato i vantaggi fiscali, la sospensione del pagamento delle imposte sugli utili prodotti dalla rete, ed i vantaggi nei bandi pubblici, che nel Programma di sviluppo rurale della Campania si computano in 6 punti di premialità per le imprese che aderiscono ai contratti di rete.

Salvatore Guerriero, presidente Pmi International e Alfonso Di Massa, presidente di Fedagri Confcooperative Campania si sono detti pronti a sedersi ad un tavolo per sviluppare l'incubatore di reti d'impresa per l'agroalimentare. D’accordo anche Vincenzo Di Sarno, presidente Fenailp Campania, che ha ricordato la necessità per le piccole imprese agricole di fare sistema.

Sono state presentate anche due esperienze di contratto di rete  attive al Sud.

Etichetta Sud è un contratto di rete sviluppato dalla Kynetc di Salerno per vendere online all’estero e che ha  mille utenti già profilati. Si punta a tre milioni di utenti nel mondo. Una struttura nata per tutte le tipologie d’impresa, ma con una forte vocazione per l’agroalimentare.

Rete destinazione Sud è nata sotto gli auspici di Confindustria ed è stata presentata da Amedeo Lurgi. Il progetto ha formato 100 imprenditori della filiera del turismo in Italia meridionale. Dopo tre anni di formazione in tutto il Mezzogiorno d’Italia sono stati sviluppati gli itinerari turistici con il coinvolgimento di imprenditori dell’agroalimentare, che hanno potuto così individuare lungo la filiera turistica possibili bersagli commerciali da raggiungere sia con l'export che con la filiera corta.