Brusca frenata dei prezzi agricoli a maggio, con un'inversione del trend in negativo dopo quattro mesi di costante ascesa fin dall'inizio del 2015.

Lo afferma l'Ismea, sulla base dell'indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall'Istituto, attestatosi a 112,5, in flessione del 6,4% rispetto al livello di aprile e del 2% su maggio 2014. Le rilevazioni dell'Istituto nazionale di statistica indicano una variazione positiva dei prezzi al consumo dei beni alimentari e bevande, inclusi alcolici, dello 0,1% mensile e dell'1% su base annua, in linea con la tendenza al rialzo già rilevata ad aprile.

Entrambe le variazioni sono state confermate oggi dall'Istat con le stime preliminari di giugno. L'indice “core” dei prezzi alla produzione, depurato dalle voci ortaggi e frutta fresca, elaborato per la prima volta dall'Ismea a partire da maggio 2015, con un valore pari a 113,4, registra una variazione negativa sia su base mensile (-2,8%) che su base annua (-6,2%). La versione “core” esclude le componenti a più spiccata volatilità, cogliendo la tendenza di fondo dei prezzi agricoli e scorporando la dinamica dei prodotti maggiormente esposti a fluttuazioni e più direttamente influenzati da fattori stagionali.

I prodotti vegetali, nel complesso, hanno registrato un andamento negativo su base mensile (-8,4%), ma inflativo su base annua, con riflessione nel dato congiunturale di maggio soprattutto il calo dei listini della frutta (-13,1%) e ortaggi (-12,2%), determinato dal rialzo delle temperature e dalla maggiore affluenza sul mercato di prodotti stagionali.

Più contenuta su base mensile la riduzione delle quotazioni di semi oleosi, vini e cereali, mentre il comparto zootecnico hanno fatto segnare nel complesso un -2,3% mensile, in un contesto di debolezza sia per gli animali vivi (-3%) che per i lattiero caseari (-0,3%). In controtendenza, il comparto olio, con una crescita dei prezzi da aprile a maggio dell'1,7%.