L'export agroalimentare italiano nei primi quattro mesi dell'anno vale 11,9 miliardi di euro, nonostante la pesante crisi dell'export in Russia, che secondo Coldiretti è calato nel primo quadrimestre 2015 del 29,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. 

Un segno della forza del made in Italy – commenta il ministro Maurizio Martina siamo in linea con l'obiettivo dei 36 miliardi nel 2015 dopo il successo dello scorso anno. I dati ci dicono che ad aprile le esportazioni di prodotti agricoli e alimentari hanno toccato quota 3,15 miliardi, con un +18% dell'agricoltura rispetto al 2014. Stiamo cogliendo grandi opportunità sul fronte extraeuropeo, nonostante le difficoltà provocate dall'embargo russo”.

Nei prossimi tre anni investiremo oltre 70 milioni di euro per la promozione – continua Martina – in modo da offrire nuove opportunità a questo straordinario settore. Tra le azioni rientra il Segno unico distintivo agroalimentare, le misure per la protezione del made in Italy via web, e l'apertura di spazi di mercato ai nostri produttori, dando garanzie ai consumatori. Gli accordi con eBay e Alibaba per la tutela delle Dop e Igp italiane vanno in questa direzione. Attraverso questi importanti strumenti e grazie all'occasione Expo Milano 2015, possiamo puntare a raggiungere quota 50 miliardi di export nel 2020”.

Coldiretti ritorna invece sulla questione Russia. “I settori più colpiti sono chiaramente quelli interessati dall'embargo scattato il 6 agosto 2014, che ha sancito il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari comprendente frutta, verdura, formaggi, carne, salumi, pesce – sottolinea l'associazione agricola – in generale nell'agroalimentare si sommano i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy”. “Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall'Italia ha infatti provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodoti made in Italy taroccati” conclude Coldiretti.