Sgominato un giro di importazione di falsi prodotti biologici con false attestazioni dall'Est europeo. La Guardia di Finanza di Pesaro ha infatti portato a termine la maxi operazione “Vertical Bio”, che ha portato alla denuncia di 35 persone e a sequestri per oltre 26 milioni di euro.

"Si tratta di una operazione che aiuta a fare chiarezza in un settore in crescita con un giro di affari, tra esportazioni e consumi interni, che ammonta in Italia a circa 3 miliardi di euro" ha commentato Coldiretti, plaudendo ai successi della Guardia di Finanza.
Coldiretti ha colto l'occasione per sottolineare l'importanza dell'etichettatura degli alimenti, dove deve essere facilmente riconoscibile la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.

"Proprio perché si tratta di un mercato in continua espansione - ha commentato la Cia - il segmento del bio fa sempre più gola alle mafie e ai “professionisti della truffa agroalimentare”, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta".
Bastano pochi dati per ricostruire un settore che "tira", nonostante la crisi diffusa e il calo dei consumi: nell’ultimo anno il bio in Italia ha registrato un aumento dell’8 per cento degli acquisti, con un fatturato che ammonta a 2 miliardi di euro (3,1 se si considera anche l’export) e oggi il 76 per cento degli italiani dichiara di acquistare uno o più prodotti biologici almeno due volte al mese. Sono circa 45mila gli agricoltori che garantiscono all’Italia il primato europea nel numero di imprese che coltivano biologico. 

"Oggi più che mai bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche “ad hoc” che controllino i mercati - ha concluso la Cia - E’ indispensabile aumentare i controlli incrociati e applicare sanzioni e pene previste, ma soprattutto lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. In particolare sono necessarie più ispezioni sui prodotti importati dai Paesi terzi non in equivalenza, dove cioè i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri".

"La truffa del falso bio importato dall'estero – ha dichiarato il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tisoevidenzia l'attenzione della criminalità organizzata verso il potenziale espresso da una delle multifunzionalità del primario; e quindi l'esigenza di mantenere alto il presidio della legalità".