Gaio Giulio Cesare Germanico, detto Caligola per le tipiche calzature che indossava, regnò su Roma dal 37 al 41 d.C. Passò alla Storia soprattutto per le proprie stravaganze, fra le quali la più nota è la nomina a Senatore del proprio cavallo Incitatus. Ciò viene da sempre attribuito per lo più alla sua pazzia, ma in realtà Caligola voleva in tal modo comunicare ai Senatori la propria scarsissima considerazione per le istituzioni politiche.
Sia come sia, un cavallo non poteva certo portare beneficio alcuno a Roma votando assennatamente proposte di Leggi e codicilli, ma altrettanto sicuramente non poteva neanche fare danni assumendo posizioni irrazionali, anacronistiche, anti-scientifiche e anti-economiche.
Oggi, dopo quasi duemila anni, il povero Incitatus suscita per lo meno un’affettuosa simpatia: non capendo assolutamente nulla di agricoltura, né di biotecnologie, né di economia, sarebbe stato in silenzio, brucando tranquillo una balla di fieno fresco. Scenario assurdo? Mica tanto…
 
Fra le diatribe recenti più accese ricade il famigerato “Transatlantic trade and investment partnership” (TTIP), ovvero l’accordo che avvicinerebbe Europa e Usa dal punto di vista economico e commerciale.
La concorrenza globale dei Paesi emergenti sta infatti esercitando pressioni crescenti sul Primo Mondo e gli accordi del TTIP servirebbero proprio a difendere le economie occidentali. Come ogni medaglia, anche questo trattato ha ovviamente il suo rovescio: le Leggi americane su cibi e prodotti agricoli sono diverse dalle nostre. Per esempio, sono diverse le normative sui medicinali da usare negli allevamenti, oppure sulle varietà da coltivare nei campi. Tradotto, gli ogm.
Immediate quindi le reazioni negative in Italia, ove si guarda già al TTIP come a una minaccia all’agricoltura italiana e alla tradizione culinaria d’eccellenza. Ciò si riverbera anche in Parlamento, ove nella seduta n. 339 del Senato, svoltasi il 23 ottobre scorso, sono emerse posizioni che lasciano ben poco sperare sulla predisposizione al dibattito scientifico in materia di ogm, i quali parrebbero essere stati già processati e condannati per via definitiva prima che si siano potute nemmeno esporre le ragioni dei si.
 
Per esempio, Loredana De Petris, (Misto-Sel), ha ricordato come “l'Expo 2015 è una vetrina importante. Anche ultimamente è ripreso uno strano dibattito nel nostro Paese, che sembra invocare quasi una revisione della posizione sugli organismo geneticamente modificati, passata anche per gli attacchi subdoli a Vandana Shiva. Invece vorremmo chiarezza, da parte del Governo, anche per quanto riguarda l'Expo 2015 e quindi la definitiva consacrazione, anche formale, del fatto che l'Italia approderà definitivamente alla scelta di essere un Paese libero dagli ogm. Considero un risultato importante l'aver inserito tra le ragioni per le quali un Paese può scegliere di non coltivare ogm le clausole socioeconomiche, che sono una delle questioni su cui l'Italia ha fondato in generale la sua posizione contraria agli organismi geneticamente modificati”.
 
A prescindere dal fatto che Vandana Shiva non è stata oggetto di attacchi subdoli, bensì di una seria revisione critica di ciò che dice e di ciò che è, dove sia questa temuta “revisione” della posizione sugli ogm proprio non si vede. Né tanto meno si è mai visto alcun dibattito in materia, avendo preso subito il microfono gli anti-ogm senza poi mollarlo più.
Nel dubbio, si chieda cosa ne pensi a Giorgio Fidenato, da sempre capofila della protesta biotech e da sempre spettatore della piallatura in campo dei suoi mais dimostrativi.
 
Alle parole della Senatrice De Petris si sono poi aggiunte quelle di Elena Fattori (M5S), la quale esordisce sul tema del Decreto Interministeriale che ha proibito sul territorio italiano la semina di sementi ogm: “Prima di tutto il decreto interministeriale è in scadenza, quindi tutte le sanzioni, inizialmente penali e che con nostro grande dispiacere abbiamo visto trasformarsi in amministrative, verranno a decadere nel momento in cui decade il decreto”.
 
Evidentemente, l’appena citato Giorgio Fidenato per la Senatrice Fattori dovrebbe essere forse abbigliato con apposito pigiama galeotto e rinchiuso in qualche segreta solo per aver seminato 6000 metri quadri con un ibrido Bt. Un tipo di  mais gm coltivato su milioni di ettari in tutto il Mondo senza che a nessuno venga in mente una sciocchezza come quella di mandare in galera chi lo semina. Per fortuna di Fidenato, nel Decreto e nelle summenzionate interrogazioni parlamentari non vi è traccia di un eventuale ricorso a strumenti di tortura per ottenere l’abiura del pro-ogm prima della sua messa al rogo…
 
Ma per la Senatrice Fattori ancora non basta: “Il terzo problema riguarda l'Expo, di cui si parla anche nell'interrogazione. Ci piacerebbe che la volontà del Governo fosse esplicitata anche in un Expo che sia ogm free. È curioso che all'Expo sia stata invitata Vandana Shiva, mentre in quella rassegna vi sarà anche Diana Bracco, forte sostenitrice degli ogm. Tra l'altro Vandama Shiva è stata oggetto, di recente, di attacchi molto intensi e del tutto ingiustificati da parte di giornali e di alcune forze politiche. Anche questo ci lascia sospettare che, dietro le buone intenzioni, in realtà ci sia una manovra per dire solo apparentemente di no”.
 
Quindi Vandana Shiva si, ma Diana Bracco no.
Niente male come apertura al confronto schietto in materia di fatti ed evidenze scientifiche...
Che poi l’Expo debba essere ogm-free è purtroppo una paura che attanaglia il Mondo scientifico pro-biotech, perché viste anche queste premesse politiche parrebbe oggi ancor più logico aspettarsi un Expo ove l’Italia voglia portare più che altro quell’immagine bucolica propagata dalle trasmissioni domenicali dell’ora di pranzo. Con buona pace della Senatrice a 5 Stelle, però, gli ogm sono ormai coltivati in decine di Paesi su 180 milioni di ettari al Mondo, pari cioè a 13-14 volte la SAU agricola italiana. In pratica, vi sono sul Pianeta 13-14 “Italie” agricole coltivate esclusivamente con ogm. Che tale agricoltura non possa trovare rappresentanza in una kermesse che s’intende di “Nutrire il Pianeta” appare, questa si, cosa curiosa.
E per l'opinione di chi scrive anche scellerata e del tutto anacronistica.
 
Infine, Paola De Pin (Misto). A lei spetta la chiusura del presente articolo, vista l’osservazione fatta su ogm e tavole italiane, sempre in materia di TTIP: “Troveremo le nostre tavole invase da prodotti ogm e tutto quanto è stato fatto fino ad ora verrà vanificato?
 
Riassumendo, sulle tavole italiane circolano da anni bresaole fatte con tranci di carne brasiliana, Patria degli ogm, oppure salumi ricavati da maiali allevati a pastone di mais (ibridi venduti dalle multinazionali, anche americane), con integrazione di mangimi alto-proteici a base anche di soia, ovviamente importata anch’essa e quindi in buona parte ogm. Stesso discorso per le vacche da latte. Già, proprio quelle che danno il latte negli allevamenti intensivi dopo esser state nutrite anch’esse con trinciati di granturco e proteine da colture geneticamente modificate. E la paura è che il TTIP apra le porte agli ogm verso le tavole degli Italiani? Gli italiani mangiano alimenti prodotti grazie a colture ogm da quasi vent'anni, a nessuno sono spuntate le branchie e senza quelle importazioni dall'estero le tavole degli Italiani resterebbero terribilmente vuote. Questo si che è il vero pericolo che pare sfuggire a chi disserta in Parlamento di agricoltura e ogm.
 
Chissà quindi cosa penserebbe Incitatus, il cavallo di Caligola, al pensiero che il suo fieno possa venire dal Wyoming ed essere transgenico? Probabilmente, scrollerebbe la criniera e continuerebbe a mangiare tranquillo, invece di parlare di cose sulle quali, sicuramente, un equino non è bene si esprima.

Aridatece Caligola!