Sistema Ue d’allerta alimentare, in 1 caso su 2 è per respingimento di merci estere.
Quando si verificano problemi di sicurezza alimentare in Europa, una volta su due si tratta di merci provenienti da Paesi terzi che vengono bloccate alle frontiere. Lo rivela la relazione annuale della Commissione europea sul sistema di allarme rapido europeo per alimenti e mangimi (Rasff) relativo al 2012, il meccanismo che da oltre 30 anni permette di gestire i casi con la necessaria urgenza, facilitando le comunicazioni tra Stati membri.

In leggero calo le segnalazioni
Nel 2012, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, sono stati segnalati 8.797 casi di allerta, di cui il 40% circa è rappresentato dalle notifiche iniziali, mentre le successive, per seguire gli sviluppi dello stesso caso, costituiscono il 60%.
Questo strumento, attivo dal 1979, viene utilizzato quando un Paese membro riscontra situazioni di potenziale pericolo per la salute alimentare nel proprio territorio, e ne dà l’allarme perché gli altri Paesi facciano i dovuti controlli in patria, per vedere se il fenomeno li interessa o meno. Si tratta di casi di confisca di alimenti, di ritiro dagli scaffali quando i prodotti sono già presenti sul mercato, di rifiuto a fare entrare le merci estere in territorio comunitario: circostanza, questa, che l’anno scorso è risultata la più frequente.

Positivo il trend che emerge dal numero di casi che hanno riguardato gravi rischi riscontrati in prodotti sul mercato: 526 sul totale della casistica, ovvero una diminuzione del 14% rispetto al 2011.

Sicurezza alimentare versus frodi
Come però hanno dimostrato lo scandalo della carne equina pochi mesi fa, o l’avvelenamento da metanolo che in Repubblica ceca ha fatto 36 vittime nel settembre del 2012, i pericoli nel settore, oltre alle questioni della sicurezza alimentare, sono legati sempre più alle frodi.
Tanto che a volte lo stesso Rapporto è stato utilizzato per dare l’allarme anche in casi di truffe alimentari, come avvenuto proprio nel caso del metanolo ceco. Ecco perché la Commissione pensa ad istituire una simile procedura di diffusione rapida delle informazioni specifica per il caso delle frodi.