Serve un flashback di 42 anni per trovare le tracce della prima azione legislativa a livello europeo in materia di trasporto degli animali. Fu, all'epoca, durante una convention svoltasi a Parigi, che vennero definiti i principali punti da rispettare per garantire le condizioni minime necessarie affinché il trasporto di animali vivi avvenisse con un occhio di attenzione al loro benessere.

Di questo si è parlato nell'ambito del convegno su 'Il trasporto degli animali di interesse zootecnico: up to date su benessere, legislazione, tracciabilità' che si è svolto nei giorni scorsi alla Facoltà di Medicina veterinaria di Milano., organizzato dal Dipartimento di Scienze animali.

Il passo successivo fu la Direttiva 77/489/CE con cui venne introdotto l'obbligo di un certificato veterinario che garantisse il rispetto delle condizioni di benessere degli animali. Passo dopo passo, direttiva dopo direttiva, si è giunti, come spiega Leonardo Nanni Costa del Dipartimento di Protezione e valorizzazione agro-alimentare dell'Università di Bologna, al primo Regolamento (di immediata applicazione per gli Stati membri) il 1255 del 1997. Venivano qui considerate in particolare le lunghe percorrenze, andando a definire i requisiti strutturali dei 'punti di sosta' e l'equipaggiamento dei veicoli adibiti al trasporto.

Oggi, la legislazione vigente che regolamenta il trasporto di animali di interesse economico in ambito comunitario, è rappresentata dal Regolamento 1/2005 del Consiglio del 22 dicembre 2004, le cui disposizioni sono attuative a partire dal 5 gennaio 2007. Si tratta di un regolamento piuttosto giovane e piuttosto dibattuto in quanto, avendo introdotto diverse importanti novità, ha avuto un forte impatto sull'impostazione delle condizioni di trasporto degli animali.

"La movimentazione degli animali all'interno della Comunità europea - spiega Costa - è quantitativamente molto significativa. Basti pensare che annualmente vengono trasportati oltre 36 milioni di capi tra bovini, ovini, suini, equidi, ovi-caprini e pollame tra uno Stato membro ed un altro e da Paesi terzi, impegnando circa 6 mila camion operanti sulle lunghe distanze".

"In queste cifre l'Italia - prosegue l'esperto - si posiziona come paese importatore, con 1,097 milioni di bovini importati (a fronte dei 35.718 esportati), 542.847 suini (130.628 l'export) e ben 8,864 milioni di capi di pollame tra gennaio e dicembre del 2008. Ciò, oltre a spiegare le dimensioni della questione, evidenzia un punto debole del mercato nazionale che infatti, come accadde nel 2009, quando le frontiere vennero chiuse per tre mesi, visse momenti difficili".

Si tratta, come sottolinea l'esperto Malcom Andrew Mitchell, Programe Leader della Scottish Agricultural College, di un argomento su cui l'opinione pubblica tende ad esprimersi in maniera molto forte ed attiva e sul quale è molto difficile intervenire dando risposte scientifiche ed obiettive ma sul quale, come apprendiamo nuovamente da Costa, le conoscenze a livello legislativo sono piuttosto scarse.
Le principali novità introdotte dal Regolamento vigente e che hanno sollevato più di una questione, riguardano l'introduzione di criteri volti a determinare quando uno o più animali siano da ritenersi idonei al trasporto in dipendenza, principalmente, dalle condizioni dell'animale ma anche, ad esempio, meteorologiche. Il problema, sollevato dalle associazioni di trasportatori, come spiega Costa, ha qui riguardato la responsabilità condivisa del trasporto di animali non ritenuti idonei tra trasportatore, veterinario e allevatore.
Il trasportatore si trova infatti, a vivere una posizione di debolezza, in quanto nel momento in cui dovesse opporsi al carico degli animali per una giusta motivazione, andrebbe incontro alla probabile perdita del cliente. Ne risulta quindi, spiega Costa, che il trasportatore scrupoloso è di fatto svantaggiato.

Altro punto interessante del Regolamento 1/2005 è l'introduzione di un sistema di navigazione satellitare sui veicoli adibiti al trasporto al fine di risolvere il problema delle infrazioni legate alla compilazione del ruolino di marcia e di garantire maggiore tracciabilità e trasparenza sul trasporto. Pur essendo concepito principalmente con questa finalità, secondo Gianluca Fiore, del Joint Research Centre IPSC Ispra, il sistema di navigazione potrebbe, qualora ne venissero implementate le funzioni, assolvere ad un ruolo ben più ampio e completo.
Secondo l'esperto, infatti, con l'impiego di una adeguata tecnologia, sarebbe possibile migliorare la trasparenza del trasporto di animali, tracciandone in tempo reale i movimenti ed individuando non solo l'origine e la destinazione del carico ma anche il reale percorso geografico e la durata.
"Inoltre - dice Fiore - l'attuale sistema di tracciabilità basato principalmente sulla notifica di documenti e autorizzazioni al trasporto, grazie all'impiego di un sistema di navigazione migliorato, permetterebbe di automatizzare parzialmente la movimentazione delle notifiche di viaggio, riducendo in questo modo gli oneri amministrativi per le aziende di origine e di destinazione".
Un sistema capace di offrire un vantaggio di questo tipo, spiega Fiore, in fase di prototipo testato lo scorso febbraio, è l'Amms– Animal movement monitoring systems che si avvale per identificare gli animali, della tecnologia Rfid o Radio frequency identification che, basandosi sulla lettura a distanza di dati a mezzo di lettori Rf è in grado di identificare ogni singolo animale.

Un sistema di questo tipo sarebbe auspicabile soprattutto alla luce del fatto che, come afferma Costa, l'entrata in vigore del nuovo Regolamento, pur avendo generato una diminuizione a livello di infrazioni cartolari, non ha generato l'attesa semplificazione a livello burocratico di documentazione. Per la soluzione di questo e degli altri problemi legati, ad esempio, ai tempi di trasporto o alla ventilazione che, se pur affrontati dal Regolamento, ancora oggi generano non poche difficoltà, occorrerà aspettare il 2011.

E' in corso infatti, un riesame del Regolamento che porterà alla stesura di uno nuovo. "Il Regolamento 1/2005 - spiega Costa - ha indubbiamente rappresentato una svolta in materia, ma necessita ora di essere aggiornato sulla base delle nuove conoscenze scientifiche e delle innovazioni tecnologiche. Qualsiasi modifica - continua - deve tener conto del fatto che è necessaria una tracciabilità chiara dei mezzi e degli animali al fine di evitare problemi sanitari e per garantire il benessere degli stessi nel rispetto della legalità. E' inoltre necessario - conclude - implementare le strutture e le dotazioni dei veicoli al fine di garantire condizioni ambientali adeguate senza dimenticare  l'importanza di una semplificazione della burocrazia legata alla documentazione cartacea andando sempre di più verso soluzioni elettroniche".