Continua a peggiorare il saldo della bilancia commerciale del comparto cerealicolo in Italia.
Nei primi nove mesi dell’anno il deficit è pari a -1335,4 milioni di euro, rispetto ai 1325,5 milioni di euro nel 2015. Dieci milioni di passivo in più, conseguenza dell’aumento dell’import e della diminuzione dell’export.

Per quanto riguarda le importazioni, nel periodo gennaio-settembre sono passate dai 12,9 milioni di tonnellate nel 2015 ai 14,2 milioni nello stesso periodo 2016, con una crescita del +9,8%. Crescono gli arrivi dall’estero di cereali in granella (+1 milione di tonnellate), in particolare grano tenero (+354mila tonnellate), granturco (+627mila tonnellate), orzo (+117mila tonnellate).

Stabili gli arrivi di grano duro a 1,8 milioni di tonnellate (+0,8%), mentre una buona crescita l’hanno registrata i semi oleosi (+337mila tonnellate), così come il riso (+28600 tonnellate). L’unica voce dell’import in discesa è quella delle farine proteiche vegetali (-161mila tonnellate).

Le esportazioni sono invece diminuite di 117mila tonnellate (-3,5%) rispetto allo stesso periodo 2015. Si riducono le vendite all’estero di cereali in granella (-193mila tonnellate), mangimi a base di cereali (-13800 tonnellate), riso (-10mila tonnellate). Aumentano invece le spedizioni di farina di grano tenero (+12300 tonnellate), paste alimentari (+31600 tonnellate), semola di grano duro (+3mila tonnellate) e altri prodotti trasformati (+53500 tonnellate).