Allo scopo di garantire il mantenimento dell'efficienza e per ottenere un elevato livello di sicurezza a tutela della salute umana e dell'ambiente, le attrezzature per l'applicazione di agrofarmaci con più di cinque anni devono essere sottoposte regolarmente a controllo funzionale, presso una officina autorizzata, volto a certificare il corretto funzionamento della macchina. Questo però non è sufficiente.


Molta dell'efficacia dei trattamenti, infatti, dipende dalla taratura, una buona pratica e un obbligo previsto dal Piano di Azione Nazionale, che lascia all'agricoltore la facoltà di decidere se farla fare da un tecnico specializzato oppure in autonomia.

 

Settare l'irroratrice sulla base delle esigenze di una coltura specifica e correggere eventuali anomalie, ovvero effettuare la taratura (o regolazione strumentale) prima di un intervento fitosanitario è una pratica di primaria importanza per prevenire problemi di inquinamento ambientale, di contaminazione dell'operatore oltre che per garantire una difesa ottimale della cultura.


La regolazione ha lo scopo di adattare l'attrezzatura alla specifica realtà colturale dell'azienda e di definire il corretto volume di miscela da distribuire, tenuto conto delle indicazioni riportate nelle etichette dei prodotti fitosanitari. In questo modo si garantisce l'efficacia del trattamento e si riduce la parte di prodotto che va fuori bersaglio, in modo da evitare o minimizzare il rischio di inquinamento ambientale.


È quindi evidente l'importanza di verificare la funzionalità del mezzo, e di calibrare le sue prestazioni sulla base delle esigenze della coltura in essere, e delle indicazioni che si trovano nell'etichetta del prodotto fitosanitario scelto per il trattamento.

 

Ad esempio, una barra per il diserbo del mais in pre emergenza dovrà essere tarata in maniera differente rispetto ad un trattamento antifungino su frumento in prossimità di corpi idrici superficiali. Stessa macchina, parametri diversi. Gli scenari possono essere così vari e mutevoli che solo l'esperienza e la competenza dell'operatore possono garantire dell'efficacia di un trattamento e della sua sostenibilità da un punto di vista ambientale.

 

Le procedure di regolazione dell'irroratrice sono fondamentali per definire i parametri operativi (tipo di ugello, pressione di esercizio, velocità. di avanzamento, ecc.) in funzione del volume di distribuzione e della dose di prodotto che si intende applicare. La frequenza della regolazione dipende dagli eventi intervenuti dopo l'ultima regolazione effettuata (es. cambio delle ruote, del computer di bordo, degli ugelli, del manometro, esecuzione di operazioni di manutenzione, ore di utilizzo della macchina, oppure tipo di coltura).

 

La regolazione deve essere preceduta da un'adeguata pulizia dell'irroratrice, con particolare riguardo agli ugelli. Di fondamentale importanza, inoltre, la manutenzione ordinaria: vanno controllate periodicamente la presenza di lesioni o perdite di componenti; l'efficacia del circuito idraulico e manometro; l'efficienza degli ugelli e dei dispositivi anti goccia; la pulizia di filtri e ugelli; l'integrità delle protezioni della macchina.

 

Prima di iniziare il trattamento le irroratrici devono quindi essere regolate, una attività complessa, e per spiegare agli operatori concretamente quali sono i parametri da tenere in considerazione, il 28 e 29 giugno scorsi, si sono tenuti due incontri presso le aziende agricole San Giorgio e La Nuova Corte di Cervignano D'Adda (Lo), organizzati da TrainAgro2020, un progetto del Piano di Sviluppo Rurale della regione Lombardia che mira a sostenere il trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo, relativamente all'uso sostenibile degli agrofarmaci e che vede coinvolti l'Università Cattolica del Sacro Cuore con il centro di ricerca per la sostenibilità Opera, l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, e il Parco Adda Sud.
In questi due giorni, con l'aiuto di un esperto, Massimiliano Mochetti si è verificato direttamente in campo quali sono gli aspetti da considerare per una corretta regolazione di un atomizzatore impiegato in frutteto e di una barra irroratrice.

 

Un altro aspetto che è stato trattato è quello degli ugelli e l'importanza che hanno nella limitazione della deriva, intesa come la quantità di prodotto che non raggiunge il bersaglio. Alla parte teorica sull'importanza della valutazione delle dimensioni delle gocce in funzione del tipo di trattamento e della coltura e dei parametri ambientali è stata quindi affiancata una parte pratica volta a mostrare visivamente come cambia la deriva a seconda della tipologia degli ugelli utilizzati.

 

 

Si ringrazia per la disponibilità e il supporto all'iniziativa il gruppo Cedior, Silvano, Fabio e Gian Enrico Grugni, Braglia, Sipcam Italia, Maschio Gaspardo e l'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Milano.


Bando Psr