Nuove opportunità di reddito per l'agricoltura grazie al decreto sulle energie rinnovabili che da fine marzo apre le porte per l'Italia alla produzione di biometano e incentiva la produzione di biogas con una tariffa di 0.28 euro fissata per 15 anni. Lo ha evidenziato stamane Sofia Mannelli, responsabile normativa Chimica Verde - Bionet, a Solarexpo nell'ambito del convegno de L'Informatore Agrario 'Biogas, come scegliere l'investimento più redditizio per la propria azienda agricola', moderato dal giornalista Lorenzo Andreotti.

"Il decreto legislativo 28/2011 per la prima volta valorizza le biomasse nel Piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili e, nell'ottica di diversificazione delle produzioni, vede nelle agroenergie interessanti occasioni di rilancio dell'agricoltura" ha spiegato Sofia Mannelli davanti a un folto pubblico di tecnici e imprenditori.

Lo ha confermato Alessandro Ragazzoni, docente presso il Dipartimento di economia e ingegneria agrarie dell'Università di Bologna e autore del nuovo libro di Edizioni L'Informatore Agrario 'Biogas, normative e biomasse: le condizioni per fare reddito', guida aggiornata per valutare dal punto di vista economico gli impianti per il biogas,

"Il decreto legislativo incoraggia gli impianti di piccole dimensioni e valorizza i sottoprodotti come reflui zootecnici e scarti agroalimentari e industriali – ha spiegato Ragazzoni – Per il futuro saranno inoltre importanti e strategici il recupero di energia termica e l'opportunità di produrre biometano da immettere direttamente in rete".

E non mancano in Italia i casi di successo. Su questa base da Donatella Banzato, del Dipartimento di innovazione meccanica e gestionale dell'Università di Padova, l'invito a progettare impianti alimentati principalmente da reflui zootecnici: "Tanti imprenditori sbagliano a pensare che sia economico realizzare impianti prevalentemente con biomassa vegetale. L'ideale è prevedere una dieta che privilegi il letame o il liquame bovino o suino quando sono presenti nel territorio".

Il convegno ha inoltre sfatato il pregiudizio che esistano regole standard per la realizzazione di un impianto per il biogas efficiente: "Occorre progettare l'impianto con un approccio integrato – ha affermato Pierluigi Navarotto, del Dipartimento di scienze e tecnologie veterinarie per la sicurezza alimentare dell'Università di Milano – Occorre considerare nel loro insieme aspetti come la disponibilità del terreno, le tipologie delle biomasse e le tecniche di trattamento e di somministrazione delle stesse per una vera ottimizzazione dal punto di vista energetico e ambientale".

Dalla teoria alla pratica con le case histories presentate da Lucia Devenuto, del Dipartimento di economia e ingegneria agrarie dell'Università di Bologna, di Giorgio Bergamini, direttore di Astrim, e di Francesco Bertola, della società agricola Albero.