Se pensiamo ad un satellite subito ci immaginiamo una grande apparecchiatura color oro-argento, con pannelli solari, antenne ed obiettivi potenti. Beh, se fino a qualche anno fa questo era lo standard, oggi è più probabile incontrare micro e picosatelliti (sotto il chilo di peso). Si tratta di apparecchi dalle dimensioni ridotte, dal pacchetto di sigarette al frigorifero, che orbitano intorno alla Terra su traiettorie basse e forniscono una serie di servizi utili a diverse industrie, compresa l'agricoltura.


La costellazione di microsatelliti più famosa è sicuramente Starlink, sviluppata da SpaceX, l'Azienda aerospaziale privata fondata da Elon Musk, il visionario ed eccentrico imprenditore che ha lanciato anche Tesla e ancora prima PayPal. Starlink ha come obiettivo quello di mettere in orbita 12mila satelliti che andranno a costruire una "rete" intorno alla Terra, consentendo la comunicazione internet a banda larga.

 

Ad oggi sono stati lanciati circa 5mila di questi microsatelliti, che hanno le dimensioni di un frigorifero (a riguardo non si hanno dettagli certi) prima dell'apertura dei pannelli solari. Tali satelliti sono posizionati su un'orbita bassa (Low Earth Orbit), a circa 550 chilometri di altitudine e, in certe condizioni, possono essere anche visti dalla Terra con un telescopio, visto che viaggiano uno dietro l'altro, come una specie di trenino luminoso nel cielo.

 

 

I satelliti Starlink offrono connettività in sessanta Paesi al mondo e sono pensati per portare internet a banda larga (fino ad 1 gigabit al secondo) anche nelle aree più remote del pianeta. Chi si abbona deve installare un ricevitore (simile ad una antenna satellitare per la Tv) che abilita la connessione con i satelliti.

 

Il progetto di Starlink è uscito dalla fase sperimentale e nel mondo ha circa 2 milioni di utenti. In Italia costa 50 euro al mese (più 450 euro per l'hardware) e questa tecnologia consente di usare la banda larga anche nelle aree più remote. Ma se Starlink è sicuramente utile per le aziende agricole che oggi non sono raggiunte dalla fibra ottica, rimane il tema di fornire connessione ai vari device Iot che oggi sono sparsi nei campi.

 

Apogeo Space per la connettività Iot

Durante il World Agri-Tech Innovation Summit 2023 di Londra, di cui AgroNotizie® è mediapartner, abbiamo incontrato Guido Parissenti, fondatore insieme a Primo Attinà di Apogeo Space, una startup di Brescia che sta realizzando una costellazione di picosatelliti per fornire connettività ai device Iot.

 

"Oggi nelle aziende agricole ci sono sempre più sensori che generano dati, che tuttavia spesso fanno fatica ad essere trasmessi. Grazie ai nostri satelliti invece riusciamo a fornire connettività Iot a basso costo", ci racconta Parissenti.


I satelliti di Apogeo hanno dimensioni veramente ridotte, appena 10 x 10 x 3 centimetri. Le dimensioni di un libro insomma, e pesano meno di 1 chilogrammo. Ad oggi ne sono stati messi in orbita due in via sperimentale e hanno dato prova di funzionare regolarmente. Così, a novembre 2023, ne saranno lanciati nove che saranno i primi di una costellazione ad orbita bassa (550 chilometri), che in tutto conterà un centinaio di apparecchi.

 

"I satelliti di telecomunicazione tradizionali hanno un'orbita geostazionaria, a 36mila chilometri di altitudine. Sono apparecchi di grandi dimensioni, costosi e molto potenti. Ma offrono una connettività poco adatta a device Iot che hanno bisogno di inviare piccole quantità di dati e devono basarsi su componentistica e connettività low cost", ci racconta Guido Parissenti.

 

Apogeo Space è una startup di Brescia che sta realizzando una costellazione di picosatelliti per fornire connettività ai device Iot


Da qui l'idea di Apogeo. Creare una costellazione di picosatelliti in grado di captare il segnale di device Iot sulla superficie della Terra e di ritrasmetterlo presso stazioni al suolo, offrendo in questo modo connettività anche in aree isolate. "L'idea è quella di offrire connettività a basso costo, se non gratuita", ci rivela Parissenti.

 

Gli utenti possono infatti scegliere la versione free, che consente di inviare due messaggi al giorno per device, superati i quali si paga 1 centesimo a messaggio. Ma quanti dati possono essere trasmessi? Si tratta di stringhe di 10 byte che possono contenere dati tipici di una capannina meteo (temperatura, velocità del vento, umidità del suolo o dell'aria, eccetera) oppure localizzare un animale tramite coordinate Gps. O ancora inviare segnali di allarme.

 

Si tratta di una trasmissione dati davvero esigua, ma sufficiente per connettere un sensore al mondo a bassissimo prezzo. La comunicazione non è in tempo reale, ma con una latenza di alcuni minuti, causata dal numero ridotto di satelliti. Il device Iot deve infatti aspettare di essere "illuminato" da un satellite per poter inviare la sua rilevazione e a sua volta il satellite deve passare sopra la ground station per poter scaricare sulla Terra il dato ricevuto. Un passaggio che impiega alcuni minuti, ma che per la tipologia di dato trasmesso è irrilevante.

 

"Nel 2022 abbiamo chiuso un round da 5 milioni di euro da Primo Space, l'unico fondo italiano focalizzato sul settore aerospaziale, e oggi siamo alla ricerca di partner per sviluppare la nostra offerta", conclude Guido Parissenti.

 

Planet, monitoraggio centimetrico delle colture

Un'altra startup presente al World Agri-Tech 2023 di Londra è stata la californiana Planet, che opera una costellazione di microsatelliti, grandi come una scatola di scarpe, per l'osservazione continua del pianeta. Il punto di forza di Planet è che fornisce una copertura giornaliera di ogni angolo del globo, mettendo a disposizione immagini on demand attraverso una interfaccia web o tramite Api, Application Programming Interfaces.

 

Il satellite di Planet

Il satellite di Planet

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Due le tipologie di satelliti in orbita: Dove e SkySat. Il primo ha una risoluzione di 3,7 metri e monta un sensore multispettrale su otto bande (RGB, NIR+Red Edge, Coastal Blue, Green I e giallo). SkySat ha invece una risoluzione di 50 centimetri e opera su cinque bande. Con un tale dettaglio e una frequenza giornaliera, Planet fornisce immagini per diverse industrie, compresa l'agricoltura. Altro punto di forza è il database di immagini, risalente al 2009. Questo aspetto consente di monitorare i cambiamenti del suolo nel corso degli ultimi quindici anni.

 

Sempre più satelliti nel cielo, un problema per il futuro

Starlink, Planet e Apogeo Space sono solo alcune delle costellazioni oggi in orbita oltre a quelle governative. Ad esempio OneWeb, Azienda basata in Gran Bretagna, sta lanciando la propria gamma di satelliti. E tante altre sono in fase di studio.


Insomma, il cielo si sta riempiendo molto velocemente di migliaia di oggetti volanti che impensieriscono gli operatori del settore. Il continuo lancio di nuovi satelliti può infatti rendere più rischiose le orbite intorno alla Terra e se si dovesse verificare una collisione tra due satelliti si potrebbe innescare un effetto a catena che provocherebbe la distruzione della maggior parte delle apparecchiature.


A questo punto verrebbero a cessare molti dei servizi che oggi diamo per scontati, ma ancor peggio, sarebbe impossibile lanciare nuovi satelliti o riparare quelli esistenti, poiché si formerebbe una nube di detriti ad orbita bassa che impedirebbe il lancio in sicurezza di nuovi razzi.


Per gestire questo rischio SpaceX ha dotato i suoi satelliti di sistemi anticollisione e di rientro automatico in caso di problemi. In questo modo, trovandosi su orbite basse, i satelliti rientrerebbero velocemente in atmosfera disintegrandosi. Inoltre, dalla Terra tutti i satelliti, ma anche i detriti sopra i 10 centimetri, vengono monitorati attentamente per evitare collisioni.


L'altro aspetto che ha fatto sollevare qualche critica riguarda l'inquinamento luminoso del cielo. Fra pochi anni infatti sarà più probabile vedere in una notte tersa i satelliti nel cielo piuttosto che le stelle. Una questione che ha spinto SpaceX a mettere a punto una vernice opaca per "mimetizzare" i propri satelliti in orbita.

 

AgroNotizie® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale

Questo articolo fa parte delle collezioni: