Quando un bancale esce dal centro di confezionamento di una cooperativa o di una grande azienda ortofrutticola c'è sempre l'incognita di come la merce sarà gestita fino all'arrivo al punto vendita. Le temperature saranno elevate? L'umidità sarà nel range ideale? Le cassette saranno schiacciate?

 

Arance e uva, prodotti che esportiamo in tutto il mondo, devono ad esempio essere conservate ad una temperatura di 0-2°C, mentre banane e mango si conservano meglio a 13-15°C. L'umidità, in entrambi i casi, deve essere elevata, tra l'80 e il 90%. Condizioni di viaggio non ideali possono causare anche significativi danni alla merce. E per chi effettua lunghe spedizioni, soprattutto via mare, il rischio che la merce arrivi danneggiata è elevato.

 

La svolta dei data logger

Una delle soluzioni oggi disponibili, soprattutto per i trasporti su lunga distanza, è l'inserimento di un data logger all'interno dei bancali. Si tratta di device elettronici che uniscono sensori di vario genere e un sistema di archiviazione che permette successivamente di scaricare su un Pc o un tablet i dati registrati.

 

All'arrivo dunque il cliente può scaricare le informazioni e controllare se la merce è stata trasportata correttamente. E in caso contrario è la ditta di logistica ad essere oggetto delle lamentele, non il produttore.

 

Un esempio è il data logger TempU8B che si accende, si inserisce nel bancale o nel container e registra la temperatura lungo tutto il viaggio. All'arrivo a destinazione il cliente lo attacca al computer tramite Usb e scarica i dati storici.

 

Un esempio di data logger

Un esempio di data logger

(Fonte foto: Data logger TempU8B)

 

Prodotti simili sono abbastanza diffusi sul mercato e hanno un costo contenuto. Ma ci sono due problematicità. La prima è di carattere ambientale, visto che si tratta di data logger usa e getta. La seconda è temporale: i dati vengono visualizzati a merce scaricata e dunque se sono stati trasportati male non c'è più nulla da fare (se non aprire un contenzioso).

 

Arriva il data logger cartaceo

Una interessante innovazione per rendere più sostenibile questo sistema arriva dall'Olanda, dove la startup Tapp.online ha inventato un data logger di carta. Si tratta di una etichetta, stampabile in ogni maniera, che al suo interno contiene sensori, batteria e processore.

 

L'etichetta registra temperatura dell'aria e umidità, ma anche eventuali shock, e memorizza i dati. Basta poi avvicinare uno smartphone alla carta e il chip Nfc permette di creare una connessione tra device ed etichetta e di visualizzare i dati su una pagina web.

 

La carta, ça va sans dire, è riciclata. O meglio, è prodotta a partire dalla lavorazione degli scarti agricoli, come la paglia. E, a detta della startup, anche l'etichetta stessa, una volta utilizzata, è riciclabile. Insomma, Tapp.online ha cercato di rendere più smart e sostenibili i data logger per il settore ortofrutticolo (e non solo).

 

Un esempio di connessione tra device ed etichetta

Un esempio di connessione tra device ed etichetta

(Fonte foto: Tapp.online)

 

I data logger si connettono al mondo

L'altro grande problema riguarda al connettività. Come essere sicuri che una spedizione di merce stia viaggiando correttamente e che arrivi a destinazione integra?

 

L'australiana AND Fresh ha sviluppato un data logger che si connette alla rete cellulare ed è quindi in grado di inviare i dati in tempo reale. In questo modo si può intervenire immediatamente quando qualche parametro va fuori scala. L'obiettivo è quello di risolvere il problema prima che i danni causati siano irrimediabili.

 

E per i viaggi in nave esistono anche dei data logger che dall'interno dei container inviano segnali a ricevitori posti sulla nave stessa in modo che l'equipaggio possa avere sempre la situazione sotto controllo.