L'Accademia dei Georgofili organizza il prossimo 24 maggio alle Logge degli Uffizi Corti di Firenze, ore 9.30, la giornata di studio intitolata "Quale certificazione per la qualificazione dei materiali di propagazione delle piante da frutto?".

La certificazione genetico-sanitaria dei materiali di propagazione vegetale rappresenta il mezzo di qualificazione delle produzioni vivaistiche che offre maggiori garanzie, permettendo di allargare gli orizzonti commerciali oltre i confini nazionali. Ciò è la diretta conseguenza di programmi che sviluppano principi tecnici, organizzativi e procedurali normati da convenzioni internazionali. Inoltre  rappresenta uno degli strumenti per la prevenzione e il contrasto di malattie delle piante a diffusione epidemica, aspetto che negli ultimi decenni ha assunto grande importanza per la movimentazione delle piante su scala globale.

In Italia i programmi di certificazione partirono su base regionale negli anni ‘80 per affrontare e dare una concreta risposta a problemi sanitari e di corrispondenza varietale delle specie fruttifere prodotte nelle diverse aree. Successivamente l’allora ministro dell’Agricoltura e foreste istituì la certificazione volontaria su scala nazionale, che prevedeva la stipula di apposite convenzioni da parte delle regioni che intendevano aderirvi, mentre l’operatività era centralizzata, a carico degli istituti sperimentali coinvolti.

L’evoluzione normativa comunitaria con l’istituzione del Passaporto delle piante Ce e le norme di qualità - Cac, Conformitas agraria communitatis, il mutato assetto organizzativo della struttura statale a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, oltre all’evoluzione tecnica dei metodi diagnostici, resero necessaria una riorganizzazione del Servizio nazionale di certificazione volontaria.

Su tali argomenti e sulle nuove prospettive che si aprivano, l’Accademia dei Georgofili organizzò un’apposita giornata che ebbe luogo l’8 ottobre 2002. A distanza di quasi 15 anni, c’è purtroppo da prendere atto delle difficoltà ad attuare i principi propri del vigente schema di certificazione volontaria che, per un’interpretazione e applicazione non omogenea da parte delle Regioni, oltre alla presenza di emergenze fitosanitarie che interessano tutto il territorio nazionale, ne hanno limitato gli ambiziosi obiettivi.

Difficoltà che sembrano accrescere ed alimentare un clima di incertezza in previsione delle ulteriori modifiche che sarà necessario apportare a seguito dell’imminente entrata in vigore delle nuove norme comunitarie. La giornata del 24 maggio, organizzata su proposta del Comitato consultivo sui problemi della difesa delle piante, si prefigge di favorire un approfondimento sulle specifiche tematiche e un confronto aperto tra i vari attori coinvolti, ben consapevoli che il vivaismo frutticolo rappresenta una delle eccellenze delle filiere produttive nazionali e costituisce uno dei fattori che caratterizzano il grado di evoluzione e innovazione dell’intero sistema agricolo italiano.

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