Salvaguardare e valorizzare il germoplasma siciliano di specie vegetali di interesse agrario, purtroppo a rischio di erosione genetica in Sicilia. Su quest’obiettivo, ambizioso ma qualificante, si sono spesi i docenti e gli esperti catanesi che hanno lavorato al progetto “Preservazione della biodiversità: centri di conservazione” realizzato dall’Azienda agraria sperimentale dell’Università di Catania, nell’ambito del Psr Sicilia 2007-2013 – Misura 214/2, i cui risultati saranno presentati domani mattina - venerdì 15 aprile alle 9 -, nell'aula Jannaccone del plesso Valdisavoia del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Ateneo.

Grazie al progetto sono stati analizzati diversi gruppi di piante (agrumi e melograno per le colture arboree), frumento e leguminose (erbacee), ma anche l’elevata biodiversità presente nei pascoli siciliani per la presenza di erbe spontanee utile alla zootecnia e alla qualità del prodotto. Anche le colture ornamentali autoctone, come l’oleandro (ben 67 le accessioni che compongono il campo catalogo), sono state oggetto di studio da parte dei ricercatori etnei. Tra i prodotti spicca il carciofo, una pianta mediterranea di cui l’Italia è il primo Paese produttore e la Sicilia la prima regione italiana. Proprio in Sicilia sono presenti due specie autoctone: il Violetto di Sicilia presente nella parte orientale dell’isola e lo Spinoso di Palermo sul versante occidentale. Nell’ambito dell’iniziativa sono state raccolte 60 accessioni del carciofo caratterizzate sotto il profilo biologico, agronomico, qualitativo, genetico e biochimico.

Ne scaturisce l’importanza della costituzione dei centri di conservazione del germoplasma per l’utilizzo futuro da parte degli “agricoltori custodi” al fine di mantenere e diffondere la realtà produttiva siciliana. Proprio la Sicilia, infatti, detiene il 25% della biodiversità europea, grazie ad una larga gamma di colture locali, colture minori e specie spontanee. Una biodiversità intesa sempre più come ottica di filiera corta, di valorizzazione dell’eccellenza siciliana, che consente una maggiore sicurezza e genuinità dei prodotti che sta utilizzando grazie anche al rapporto a chilometro zero tra produttore e consumatore.

Saranno, inoltre, illustrati il ruolo e la struttura dell’Azienda agraria sperimentale d’Ateneo, un centro di ricerca di eccellenza grazie ai 50 ettari a disposizione per diverse colture e attività di ricerca e di didattica svolte in campo e nelle serre.

Interverranno il rettore Giacomo Pignataro, il presidente dell'Azienda agraria sperimentale d'Ateneo Giancarlo Polizzi, il direttore del Di3A Luciano Salvatore Cosentino, il dirigente generale dell'assessorato regionale dell'Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea Rosaria Barresi, il presidente dell'Ordine degli agronomi di Catania Corrado Vigo, i docenti Vito Bianco e Pietro Santamaria (Bari), Sergio Lanteri (Torino), Francesco Sottile (Palermo), Giovanni Mauromicale, Venera Copani, Massimo Palumbo, Alberto Continella e Daniela Romano (Catania). Concluderà i lavori il prorettore dell'Università di Catania Alessandra Gentile.