Si è tenuto lo scorso venerdì e sabato 29 e 30 gennaio, nella splendida cornice dell’Hotel Palace di Milano Marittima il Forum Cdo Agroalimentare, giunto quest’anno alla tredicesima edizione.

Quest’anno l’attenzione è stata rivolta in particolare alla fase dopo Expo, con focus sui consumi, sul trend dei mercati e l’obiettivo dell’aggregazione per vincere all’estero. Ad aprire i lavori, oltre al presidente di Agri 2000 e del Cdo Camillo Gardini, l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli.

Fare aggregazione e rete è fondamentale per accrescere ancora di più il valore del nostro agroalimentare – ha sottolineato la Caselli –  come Regione, per dare una spinta propulsiva al settore e agganciare sempre la ripresa economica abbiamo messo già portato avanti bandi legato al piano di sviluppo rurale per un totale di oltre 700 milioni di euro in 18 mesi. Innovare e internazionalizzare sono i due percorsi su cui investire e concentrare le nostre forze”.

La prima sessione ha riguardato l’evoluzione dei consumi alimentari, moderato dal professor Angelo Frascarelli, docente dell’Università di Perugia. “Il clima di fiducia sta migliorando – ha spiegato Giancarlo Paola, amministratore delegato di Gmf Spa e direttore commerciale di Unicomm – calano gli ipermercati, mentre crescono supermercati e drugstore. La Gdo viene da anni molto difficili, con una calo del reddito disponibile da parte della famiglia che ha portato così il settore in difficoltà. La crisi ha modificato i consumi alimentari degli italiani, c’è una maggiore attenzione ai cibi più salutari, cercando di evitare il più possibile gli sprechi”.

A seguire poi la relazione di Paolo Corvo, sociologo dei consumi. I prodotti tipici locali stanno ritrovando una propria identità. Il fast food è causa preoccupante della crescita dell’obesità, ma sappiamo anche che al tema è collegato un importante aspetto economico: non possiamo lasciare che ai meno abbienti sia destinato cibo scadente. Va limato il gap di prezzi tra il cibo fast e quello slow, è troppo alto”.

Nella seconda sessione si è parlato dell’evoluzione dei mercati agricoli, con ospite d’onore l'europarlamentare Paolo De Castro, che ha spiegato lo stato dei lavori del Ttip, il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti.
Stiamo negoziando, l’accordo per il nostro agroalimentare sarebbe fondamentale. Dagli Usa importiamo soprattutto commodities, mentre esportiamo prodotti finiti, tra cui le eccellenze che conosciamo tutti, come vino, olio, pasta e altri prodotti. Non è certamente facile chiudere e portare a casa il risultato, esistono leggi nazionali che costituiscono barriere fitosanitarie a moltissimi prodotti.
Speriamo di avere risultati sul fronte della tutela dei prodotti italiani, ricordandoci che i marchi comunitari non sono riconosciuti al di fuori dell’Ue. D’altronde l’evocazione di italianità dei prodotti in vendita in America, il cosiddetto Italian Sounding non è solo un problema nostro, ma anche degli americani. Spero vivamente che l’accordo sul Ttip possa chiudersi con l’amministrazione Obama
”.

Attenzione poi rivolta ai prezzi bassi delle materie prime, con Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks e Andrea Cagnolati, presidente di Grain Service, che hanno espresso le loro preoccupazioni a riguardo del prezzo basso dei cereali.

L’ultima sessione della giornata di venerdì ha riguardato il “come dare valore ai prodotti”.
La vendita diretta è stato il primo passo per cercare di valorizzare i prodotti – ha spiegato Gianluca Lelli, responsabile Area economica di Coldiretti - con la nascita di un rapporto forte con i consumatori. La filiera corta è solo il 5% dell’intero settore, ma intanto per gli imprenditori è qualcosa di importante”.

I consumi non sono ripresi – ha commentato Maura Latini, direttore generale di Coop Italia si è solo fermata la discesa. Le famiglie comprano quello che serve, per la prima volta dal dopoguerra è diminuito il numero di calorie mangiate in un anno, le famiglie si aspettano qualità e prezzi bassi. L’innovazione deve guardare alla qualità dei prodotti, crediamo nell’italianità più che nel chilometro zero”.

Leggi il resoconto della seconda giornata del Forum