"Da soli non si va da nessuna parte. Occorre mettere insieme competenze e interessi per affrontare una concorrenza mondiale estrema. Nel caso di un prodotto povero come il pomodoro, si deve offrire quello del Nord Italia a prezzi competitivi e valorizzando la qualità". Così Dario Squeri, presidente di Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro, ha presentato in Regione Lombardia, che ha patrocinato l’evento, l’adesione della Rete al Protocollo sul cibo per Expo – e anche alla sua divulgazione - invitato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava.
L’assessore ha indicato l’iniziativa come "una buona idea e un buon esempio, che dovrebbe essere seguito anche da altre organizzazioni, produttori o Consorzi per rendere l’agroalimentare competitivo sulla qualità. Dobbiamo spiegare al consumatore ciò che mangia e perché certi prodotti hanno prezzi diversi. Un sistema di imprese ha anticipato la politica. E’ un segno di lungimiranza perché se sul tema della qualità non ci diamo delle regole, rischieremo di aver perso tempo e di non aver capito la sfida che ci aspetta". Un gap che va colmato "perché abbiamo un sistema poco competitivo sui costi, ma molto sul fronte della qualità".
"Questo atteggiamento ci consentirà di emanciparci per i prossimi anni - ha proseguito -. La filiera agroalimentare dovrà essere competitiva sul versante della qualità: se su questo aspetto non ci diamo delle regole, rischieremo di aver perso tempo e di non aver capito la sfida che ci aspetta".




Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia

Pomorete ha presentato una bottiglia di polpa di pomodoro prodotta rispettando il Protocollo, con il logo e un collarino che riporta alcuni punti dello stesso documento sul cibo, sano, sicuro e genuino, in un’ottica di lotta alla contraffazione
"Abbiamo creato una bottiglia che sposa in pieno nell'etichetta l'indicazione di Regione Lombardia - ha spiegato Squeri -. Noi possiamo certificare tutta la filiera: dalla piantina di pomodoro, all'irrigazione, passando alla trasformazione e al sistema di distribuzione e logistica, grazie alla maggior azienda di logistica italiana
legata all'alimentare tra i nostri aderenti".
L'obiettivo è essere concorrenziali: "In una competizione mondiale estrema anche per un prodotto povero come il pomodoro - ha aggiunto - per essere competitivi con gli altri Paesi e per offrire il pomodoro del Nord Italia a prezzi competitivi e valorizzando la qualità". "Il nostro pomodoro – ha affermato Squeri, riferendosi ad alcune situazioni critiche in certe zone del Paese – è certificato a partire dal sottosuolo e non solo dal prodotto".

Pomorete è la prima filiera italiana del pomodoro, costituita da 12 aziende emiliane e lombarde e da una marchigiana, tutte aderenti a Confapindustria. Il fatturato è di 500 milioni di euro e i dipendenti, tra diretti e indiretti, sono circa 3.000. Le aziende della filiera sono: ACP International Food, Agrimpianti, Agrofata, Asi Scambi Industriali, Isea Group, Steriltom, Emiliana Conserve, OMCE, Number 1 Logistic Group spa, MCM Ecosistemi, Seedling Tomato di Pavesi Cesare, Solfarm Europe srl.