“In uno storico passaggio in cui la crisi globale ci ricorda l’importanza della sostenibilità dei modelli di sviluppo, come chiave del futuro pianeta, l’Earth Day è una giornata fondamentale per rafforzare un confronto a livello globale sui temi della terra, dell’ambiente e dell’alimentazione. Questo giorno deve essere anche un momento di riflessione profonda sulla tutela del nostro territorio e sulla capacità produttiva che avremo in futuro. In Italia, negli ultimi 5 anni, abbiamo perso 8 metri quadrati al secondo di terreno, 70 ettari al giorno. Dobbiamo intervenire in fretta. Siamo impegnati perché il nostro Paese abbia una legge adeguata sul contenimento del consumo del suolo”.

Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, in occasione della Giornata mondiale della Terra che si celebra oggi e che quest’anno affronta il tema delle “green cities”
“L’agricoltura – ha aggiunto il ministro – è decisiva per la cura e la salvaguardia del territorio e garantisce prevenzione dai rischi ambientali”.
“L’Expo di Milano che si terrà fra poco più di un anno – ha concluso Martina – sarà l’occasione per discutere, a livello mondiale, di questi temi. Servono nuove strategie, soprattutto se vogliamo puntare agli obiettivi dell’Onu per il terzo millennio. È compito della politica decidere in modo da lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta sano e sostenibile”.

Intanto Coldiretti lancia l'allarme: l’Italia ha perso negli ultimi venti anni il 15 per cento delle campagne per effetto della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto di 2,15 milioni di ettari la terra coltivata.
Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio ( 288 ettari) con il risultato che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.
Per proteggere il territorio ed i cittadini, l’Italia - sostiene Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni.
Se nella classe dirigente è mancata fino ad ora la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una delle poche leve per tornare a crescere, la sensibilità negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini che - continua la Coldiretti - sempre piu’ spesso sostengono con le proprie scelte di acquisto e nelle vacanze l’agricoltura ed i prodotti locali del territorio.