Si è tenuta recentemente una riunione straordinaria convocata dal Ministero dell'Agricoltura (Masaf) e dal Ministero della Salute (Msal) sugli ultimi casi di influenza aviaria che hanno coinvolto alcuni allevamenti italiani, nel quadro di un più ampio allarme mondiale sull'espansione della malattia.

 

I nuovi focolai confermati tra gli allevamenti sono in tutto 27 (16 in Veneto e 5 in Lombardia, a cui si aggiungono 11 in allevamenti "rurali"); 25 sono, invece, i focolai tra le specie selvatiche (11 in Veneto e 10 in Emilia Romagna).

 

L'influenza aviaria è originata dai 15 sottotipi di virus aviari, tra questi c'è H5N1, circolante dal 1997, che è stato identificato come il più preoccupante proprio per la sua capacità di mutare rapidamente e di acquisire geni da virus che infettano altre specie animali. Gli uccelli che sopravvivono a H5N1 lo rilasciano per un periodo di almeno 10 giorni. Da qui la necessità di importanti misure di profilassi.

 

Ha preso parte all'incontro Confagricoltura, rappresentata dal presidente nazionale della Sezione Avicola, Simone Menesello, che ha chiesto al Governo di accelerare il passo su tre aspetti dell'emergenza che restano ancora irrisolti.

 

Il primo punto è la liquidazione dei danni indiretti, relativi al 2021 e il 2022, che gli allevamenti non hanno ancora ricevuto. È stato chiesto che le risorse stanziate (40 milioni di euro) vengano erogate nel più breve tempo possibile, anche superando alcune difficoltà che stanno mettendo a confronto gli operatori nel caso di contratti di soccida.

 

In secondo luogo è necessario che il Governo definisca i criteri per la ripartizione equa degli indennizzi relativi ai danni subìti evitando ogni incomprensione.

Confagricoltura, infine, ha chiesto di strutturare meglio gli impianti dedicati alle operazioni di smaltimento delle carcasse degli animali a causa dell'emergenza.

Confagricoltura - con riferimento agli ultimi focolai - evidenzia in una nota che si tratta di "cifre molto ridotte rispetto a quelle della precedente ondata che interessò 800mila capi; ciò anche a dimostrazione dell'efficacia delle misure di profilassi sanitaria e di lotta al virus attraverso abbattimenti mirati e operazioni di smaltimento".

"C'è l'assoluta necessità di avere più impianti di smaltimento autorizzati nelle zone circostanti ai focolai così da ridurre al minimo il trasporto delle carcasse infette - dichiara Menesello -. Sul riconoscimento dei danni causati dall'aviaria fino ad oggi chiediamo tempi certi e celeri per le aziende. Auspichiamo, inoltre, che per le emergenze del settore primario venga istituito un fondo dedicato, che consenta di intervenire tempestivamente e semplificando le procedure per la concessione dei ristori".

 

Questo articolo è stato modificato il 1° dicembre 2022: è stato modificato il numero dei focolai in Italia da 25 a 27