Non si scappa, gli allevamenti dovranno nominare un veterinario di fiducia, che assumerà il ruolo di "veterinario aziendale".
Lo prevede il decreto del ministero della Salute, pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale, argomento che già AgroNotizie aveva anticipato alla fine dello scorso anno.
 

Il "Sistema informativo"

Tutto ruota attorno alle reti di sorveglianza epidemiologica, che si avvalgono di un sistema informativo collegato alla Banca dati nazionale dell'anagrafe zootecnica, presso l'Istituto zooprofilattico G. Caporale.

Al sistema informativo è affidato il compito di raccogliere e gestire tutte le informazioni relative all'allevamento, e chiunque allevi animali destinati alla produzione di alimenti è obbligato a registrare cosa avviene in stalla.

Ma non è sufficiente prendere nota di questi eventi su carta o su un registro informatico. Occorre trasferirli al "sistema informativo", cosa che potrà fare il veterinario aziendale entro sette giorni dall'evento.
 

Solo liberi professionisti

Scatta così per ogni allevamento la necessità di nominare un veterinario aziendale, compito che potrà essere assunto solo da liberi professionisti, senza rapporti di dipendenza con mangimifici, integratoristi o aziende farmaceutiche, per citare alcuni dei casi più frequenti.

Dunque i molti consulenti che frequentano con finalità commerciali gli allevamenti non potranno assumere la responsabilità di veterinario aziendale.

Ai veterinari che esercitano la libera professione è richiesto di frequentare appositi corsi di aggiornamento, condizione indispensabile per entrare nell'"Albo" dei veterinari aziendali, il cui elenco sarà gestito dalla Federazione nazionale medici veterinari italiani (Fnovi).
 

Le informazioni da raccogliere

Per la nomina di questa figura professionale il decreto prevede un vero e proprio contratto nel quale si individua senza equivoci da una parte il proprietario dell'allevamento e dall'altra il veterinario di riferimento.

Molte le incombenze che dovrà assolvere. Dovrà fornire i dati sugli alimenti somministrati agli animali, poi tutte le informazioni sui medicinali e sui trattamenti eseguiti.
Ma non potrà limitarsi ad elencarli, dovrà anche dare conferma dei tempi di sospensione, delle eventuali reazioni avverse o dei fenomeni di antibiotico-resitenza.
Un'attenzione particolare sarà rivolta alle patologie infettive e non, dalle sindromi dismetaboliche ai piani vaccinali.
 

Il manuale operativo

Un compito complesso, che non può essere lasciato alla libera interpretazione. A questo fine il ministero della Salute predisporrà un manuale operativo al quale allevatore e veterinario faranno riferimento.

Per realizzarlo ci sono sei mesi di tempo e da quel momento il decreto ministeriale diverrà operativo. Dunque entro il 4 agosto, ovvero 180 giorni dal 5 febbraio, data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

Poi scatteranno i controlli per verificare la corretta applicazione dei dettami della legge.
Meglio farsi trovare in regola, non solo per rispettare le norme, ma anche perché così facendo la zootecnia italiana potrà a maggior ragione vantarsi di aver aumentato il già alto grado di sicurezza e qualità di carne, latte e uova che escono dalle nostre stalle.
 

Maggiori garanzie

Di queste maggiori garanzie sarebbe opportuno informare i consumatori.

Un argomento del quale il decreto non si occupa e né potrebbe farlo, non essendo un suo compito.
Ma chi rappresenta, a qualunque livello, il mondo degli allevamenti dovrebbe cogliere questa opportunità.