E' un progetto ambizioso quello che si è dato il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano per i prossimi quattro anni, da oggi al 2020, in gran parte incentrato sulla crescita delle esportazioni. Se ne è parlato a Bologna durante l'annuale incontro del Consorzio con la stampa.
Reduci da un anno di prezzi in crescita e di produzioni in aumento, ci si è interrogati sulle strategie da mettere in atto per consolidare i risultati raggiunti e fissare le mete da raggiungere.

Forte crescita
Si parte dalla constatazione dell'incremento produttivo, passato dai 3,3 milioni di forme del 2105 ai 3,5 milioni del 2016. Un incremento del 5,1% che non ha penalizzato i prezzi di mercato, che a loro volta sono passati dai 7,65 euro al chilo del 2015, agli 8,6 dello scorso anno. Un significativo più 12%. E in dicembre ci si è spinti sino a 9,68 euro.
Un ruolo fondamentale nel pilotare questa crescita lo ha avuto l'andamento delle scorte. E' da novembre del 2015 che queste sono in flessione, segno dell'equilibrio fra programmazione produttiva e andamento dei consumi.

Export con il segno più
In tema di consumi, mentre si assiste ad una stabilizzazione di quelli interni (+0,3%), continua a crescere la quota delle esportazioni. Il più 6% registrato nel 2016 porta al 37% il quantitativo totale di Parmigiano Reggiano collocato sui mercati stranieri, nonostante i vincoli dell'embargo russo, ai quali si aggiungono ora i timori per le conseguenze della Brexit.
Nella graduatoria dei paesi più attivi nell'import del Parmigiano Reggiano troviamo gli Usa con 10mila tonnellate. Poi i flussi verso i paesi della Ue, anch'essi in crescita.
 

Obiettivo export
Interessanti spazi di crescita sono quelli che si intravedono su nuovi mercati, come Australia, Sud Africa, Medio Oriente e paesi asiatici. L'obiettivo è incrementare di oltre il 2% anno le esportazioni, per giungere al 2020 con una quota complessiva dell'export prossima al 50% dell'intera produzione.
Un impegno che si affianca alla lotta alle contraffazioni che il Consorzio persegue su più piani, dalle verifiche e analisi anche nei punti vendita, alle iniziative per la tutela del marchio all'estero. Attività che ha portato a numerose rimozioni dell'uso improprio di immagini o del termine Parmigiano.

Aggiornamento del disciplinare
Il programma che il Consorzio si è dato per i prossimi quattro anni prende le mosse dal nuovo disciplinare in fase di approvazione da parte delle autorità comunitarie. Le novità principali sono pensate per un miglioramento della qualità e per un più stretto legame con il territorio delle cinque province di produzione.
Va in questa direzione il vincolo imposto alle stalle di utilizzare il latte di animali nati e allevati in azienda. Una scelta che non limita la possibilità delle aziende di adeguare la produzione ai programmi definiti dal Consorzio. Ma evita aumenti ottenuti con animali di nuova introduzione, che scontano sia un possibile abbassamento della qualità, sia impennate produttive repentine, motivo di distorsione degli equilibri del settore.

Programmi produttivi
Sul tema della programmazione della produzione, resa possibile dagli indirizzi del “pacchetto latte” predisposto da Bruxelles, si conferma la filosofia di fondo che vede affidare ai singoli allevatori le quote produttive. Per il 2017 la quota aumenta dello 0,8%, per raggiungere un tetto di 17,62 milioni di quintali. Un livello che sarà costantemente allineato all'evoluzione dei consumi e del mercato.

Grande attenzione poi alle produzioni di montagna, distintive sia in termini di qualità sia di impatto sociale, trattandosi di aziende zootecniche e caseifici che insistono in zone svantaggiate. A loro è indirizzato un “progetto montagna” teso a valorizzarne la produzione con un marchio ad hoc.
Su quasi cento caseifici che operano in queste aree, già 35 hanno aderito al progetto, che riscuote l'interesse sia di alcune catene distributive, sia di operatori esteri.
E' opportuno ricordare che sono circa 700mila le forme di Parmigiano Reggiano prodotte in montagna, nessun altro formaggio arriva a questi numeri.

Progetti per i giovani
Fra i progetti in cantiere figura anche l'“Università del Parmigiano Reggiano”, un corso di formazione riservato ai giovani che vogliono impegnarsi nel conoscere il “sistema Parmigiano Reggiano”. Sono già 70 i giovani iscritti al corso, futuri protagonisti delle fortune di questo formaggio.