Non c'è controtendenza nel nuovo anno per la bilancia cerealicola italiana nella partenza del 2022. Secondo i dati Anacer riferiti al primo mese dell'anno, gennaio, rapportandosi su base annua al gennaio 2021, si registra un aumento sia dell'import che dell'export, con il primo più preponderante in termini di valore.

 

A livello monetario infatti si è annotato un esborso in valuta di 669,5 milioni di euro rispetto ai 520,30 del 2021 e introiti per 393,8 milioni di euro, rispetto ai 294,8 del gennaio 2021. Il saldo valutario netto si è attestato quindi su un deficit di 275,8 milioni di euro, rispetto ai 225,5 milioni del primo mese del 2021.

 

Focalizzando l'attenzione nello specifico a quantità e prodotti, l'import è cresciuto di 65mila tonnellate (+3,9%), trainato in particolare da grano tenero (+71mila tonnellate), granoturco (+83mila tonnellate) e orzo (+35mila tonnellate), mentre scende ancora il grano duro (-137mila tonnellate). Bene le farine proteiche (+9.300 tonnellate), mentre calano i semi e frutti oleosi (-13mila tonnellate).

 

Sul fronte dell'export, le vendite aumentano di circa 35mila tonnellate (+10,4%). Risultano in aumento le vendite all'estero di cereali in granella (+14mila tonnellate), prodotti trasformati (+9.300 tonnellate) e farina di grano tenero (+5.500 tonnellate) oltre che di riso (+5.400 tonnellate). Sostanziale stabilità per la pasta, con circa 150mila tonnellate esportate nel primo mese del 2022, ma un controvalore in aumento di 36,5 milioni di euro (+23%).