La valutazione del dossier di rinnovo del glifosate si sta avviando alla fase conclusiva: l'Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha pubblicato sul proprio sito la cosiddetta "Efsa Conclusion" che riassume la valutazione del quartetto di Paesi (Francia, Ungheria, Olanda e Svezia) che si è accollata l'onere del rinnovo più contestato nella storia dell'agrochimica, assieme ai risultati della discussione paritaria che si è tenuta nel settembre del 2021.

 

La quantità di commenti ricevuti è notevole. Diverse Ong, non fidandosi degli studi commissionati dai notificanti, hanno anche chiesto alla Commissione di finanziare una ricerca da tenersi presso l'Istituto Ramazzini, specializzato nei tumori. La Commissione ha risposto non escludendo l'eventualità, anche se l'ha giudicata prematura.

 

È emersa anche la necessità di richiedere informazioni aggiuntive, eventualità che ha fatto slittare il rinnovo di 12 mesi, proroga che rischia di non essere sufficiente a concludere il processo entro la scadenza del 15 dicembre 2023.

 

Il rispetto della scadenza è ancora teoricamente possibile, ma occorrerebbe che la procedura non trovasse il minimo intoppo, visto anche che prima di metà dicembre sono in programma solamente due riunioni dello Scopaff, una il 12-13 ottobre e l'altra l'11-12 dicembre. Poiché la pubblicazione del regolamento di rinnovo impiega normalmente 3-4 settimane, la probabilità che la teoria diventi pratica è molto bassa.

 

Ma cosa è emerso dalla valutazione del dossier di rinnovo del glifosate? Ecco le parti più significative.


Iniziamo dai due punti che sono solitamente i primi a essere esaminati in quanto sono il principale indicatore della sorte del prodotto in esame: "Critical areas of concern" and "Issues that could not be finalised".

 

"Critical areas of concern"

Si verifica una "critical area of concern" (area problematica, area di criticità) in un dossier quando sulla base degli studi disponibili e delle condizioni di utilizzo proposte la valutazione del rischio del prodotto non risulta accettabile.

 

Queste situazioni portano normalmente alla mancata approvazione o rinnovo del prodotto valutato. Non mancano tuttavia esempi di sostanze attive che sono state rinnovate anche in presenza di questo tipo di criticità, ad esempio grazie a considerazioni di "risk management" basate sull'indisponibilità di alternative. Un classico esempio di sostanza attiva rinnovata nonostante queste criticità è il rame.

 

Comunque per il glifosate il problema non si pone in quanto l'Efsa non ha segnalato criticità di questo tipo.


"Issues that could not be finalised"

Questa situazione è molto più comune e si verifica quando nel dossier non sono disponibili sufficienti informazioni/studi per poter dimostrare che il rischio del prodotto è accettabile alle condizioni di utilizzo proposte.

 

L'impatto di questa negatività dipende dal tipo di informazioni che mancano: se ad esempio sono disponibili un numero di prove inferiore ai requisiti di legge ma è evidente una situazione di rischio accettabile, il tutto normalmente si risolve con una richiesta di integrazione, in caso contrario la criticità potrebbe diventare fatale.

 

Nel caso del glifosate abbiamo tre "Issues that could not be finalised", di cui il primo è sicuramente quello che necessita di maggiore attenzione.


1) Impurezze

Un'impurezza si è rivelata potenzialmente clastogena (in grado di danneggiare i cromosomi) in uno studio in vitro di aberrazione cromosomica.

 

Questi risultati sono tutt'altro che infrequenti e richiedono approfondimenti in vivo che sono maggiormente realistici. Relativamente a questo aspetto c'è un dissidio tra gli esperti dell'Efsa e degli Stati relatori che non hanno considerato questo punto rilevante perché questa impurezza era stata trovata a concentrazioni molto elevate (7 volte la specifica proposta per il glifosate tecnico) in uno studio in vivo (micronucleo) condotto col glifosate e con risultati rassicuranti.

 

2) Residui

Il pacchetto residui non è completo e pertanto non è possibile finalizzare la valutazione del rischio per il consumatore. Tuttavia, effettuando una valutazione con i dati disponibili, si ottiene una situazione rassicurante che difficilmente potrà diventare inaccettabile quando verranno completati i dati mancanti.


3) Valutazione del rischio per le piante acquatiche mediante contatto diretto

La linea guida utilizzata per la preparazione del dossier di rinnovo prevede che per gli erbicidi si valuti il rischio per le piante acquatiche tipo Lemna in seguito a contaminazione delle acque superficiali mediante deriva, ruscellamento o drenaggio.

 

Le caratteristiche del glifosate (e di tutti gli erbicidi che agiscono per contatto) rendono però rilevante anche il contatto diretto con la parte emersa della pianta non bersaglio.

 

Secondo la nostra interpretazione il punto sollevato è rilevante, ma richiede un aggiornamento delle linee guida in vigore, sia per l'effettuazione dei test di tossicità, magari estendendo l'attuale OECD 227, che per la valutazione del rischio vera e propria.

 

Ci sembra sia il classico caso in cui le lacune potranno essere colmate dopo l'aggiornamento delle linee guida attualmente in vigore.


Nuovi "endpoints"

Nella sezione relativa al rischio per gli operatori, i lavoratori, gli astanti e i residenti è stato attribuito al glifosate l'endpoint (parametro) per l'esposizione acuta, l'Aaoel (Acceptable Acute Operator Exposure Level).

 

Visto il limitatissimo assorbimento dermale della sostanza, non si prevedono criticità legate all'adozione di questo nuovo parametro.

 

Biodiversità

Questo è un punto richiesto espressamente nel regolamento del precedente rinnovo (2017/2324 "Effetti sulla biodiversità mediante effetti indiretti e interazioni trofiche") e i notificanti hanno fatto del loro meglio per fornire una risposta, ma la mancanza di un approccio armonizzato non ha permesso di tirare conclusioni definitive.

 

Ancora una volta il glifosate farà da apripista verso un approccio sistematico e possibilmente pragmatico su questo importantissimo argomento che interessa tutto il settore.

 

Mammiferi: rischio a lungo termine per 12 dei 23 usi proposti

Trovare un prodotto privo di rischi inaccettabili per mammiferi e uccelli è come fare un terno al lotto e il glifosate non fa eccezione. Dopo il rinnovo i titolari dei dossier dei formulati dovranno investire ancora per confermare gli usi considerati non sicuri a livello del rinnovo della sostanza attiva.

 

Misure di mitigazione

Le misure di mitigazione proposte dai notificanti non hanno convinto i valutatori per quegli usi che prevedono dosaggi superiori a 720 g di sostanza attiva per ettaro per anno.

 

Non essendo stata segnalata come criticità di tipo generale, la risoluzione del problema verrà probabilmente richiesta a livello di conferma della registrazione dei singoli prodotti fitosanitari, ma non è possibile escludere una restrizione generalizzata a livello europeo, già adottata in passato per numerose sostanze attive.

 

La limitazione entrerebbe in vigore subito dopo il rinnovo e richiederebbe una procedura europea per eventualmente rimuoverla.

 

Concludendo

Confrontando il documento Efsa con quelli di sostanze attive che hanno superato felicemente la fase di rinnovo c'è da essere fiduciosi per la sorte di questo importantissimo mezzo tecnico ma, poiché da moltissimi anni fa storia a sé, non ci sbilanciamo.

 

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