"Il prodotto appare caratterizzato da un buon profilo ecotossicologico...".
Quante volte questa frase ha trovato spazio in articoli, presentazioni o depliant tecnici?
Per qualcuno significa che non ammazza pronubi e insetti utili. Per altri che non impatta, oltre a questi artropodi, nemmeno pesci, uccelli e mammiferi. C'è anche chi va oltre e pensa pure ad alghe, microcrostacei acquatici, anfibi e lombrichi.
Solo una minoranza ha un quadro d'insieme davvero completo di ciò che è racchiuso nel concetto di ecotossicologia.
Questa disciplina, infatti, è composta solo in parte da aspetti tossicologici sui più disparati organismi. Un'altra componente fondamentale riguarda invece il destino e il comportamento ambientale delle sostanze xenobiotiche. Ovvero, quelle molecole che possono essere classificate come delle vere e proprie aliene negli ecosistemi.
Prima di chiederci quindi se e cosa uccide una molecola, ci si deve infatti interrogare su dove quella molecola tende ad andare (aria? Acqua? Suolo?), quanto è stabile nel tempo, quanto è trasportabile attraverso lo spazio e verso quali comparti tenderà maggiormente. Infine, si bioaccumulerà oppure verrà escreta? Quali saranno i livelli di esposizione degli organismi nelle diverse matrici ambientali?
Tutte domande che richiedono una forte multidisciplinarietà e un'efficiente dialogo e collaborazione fra gruppi di ricerca.
Per chi volesse regalarsi un aggiornamento intenso e veloce sui temi dell'ecotossicologia, il 21 gennaio 2013 si terrà l'"VIII Workshop - Doctorate in Chemistry, Biochemistry and Ecology of Plant Protection Products and Xenobiotics". L'evento è organizzato dal Dottorato di Ricerca in Chimica, Biochimica ed Ecologia degli Antiparassitari (CBEA) e si svolgerà presso l'aula C03 della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari in Via Celoria, 2 a Milano.
Il Workshop è aperto a tutti gli interessati e ulteriori informazioni sono consultabili nella sezione "News" del sito www.pesticideschool.unimi.it.
 
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