Ha iniziato DuPont nel 1986, 26 anni or sono. Nel corso di circa un quarto di secolo sono state poi registrate in Italia altre 20 molecole. Delle 21 sostanze attive giunte nel tempo sul mercato tutte risultano ancora in uso tranne cinosulfuron, contenuto nel marchio Setoff di Syngenta.
Le marce in più di queste molecole sono diverse, rispetto a quelle che hanno parzialmente o totalmente rimpiazzato. Innanzitutto, le dosi per ettaro sono di un paio di ordini di grandezza più ridotte, permettendo di impiegare alcune decine di grammi per ettaro di sostanza attiva anziché qualche etto o qualche chilo. Il profilo ecotossicologico è inoltre mediamente valido, come pure le loro persistenze ambientali sono alquanto ridotte, salvo poche eccezioni.
Sono diserbanti prevalentemente di post-emergenza e agiscono per lo più per assorbimento fogliare. L'erbicida viene poi traslocato agli apici vegetativi delle infestanti trattate, delle quali blocca la crescita producendo dapprima tipici ingiallimenti seguiti da necrosi e successiva morte.
Questo era un difetto agli occhi dei primi agricoltori che le utilizzarono, abituati come erano a vedere "incendiare" le malerbe dai precedenti erbicidi. Con le solfoniluree le infestanti non morivano subito. In alcuni casi l'effetto visivo era apprezzabile infatti solo dopo alcune settimane dall'intervento. Le piante erano comunque rese nel frattempo innocue, non riuscendo più a competere con le colture per nutrienti, luce e acqua. Ci volle però del tempo per cambiare la cultura dei diserbi a favore delle solfoniluree. Una cultura che però, una volta cambiata, non è più tornata indietro.
Generalmente, ma su questo punto è bene consultare le singole etichette commerciali, i risultati migliori si ottengono con applicazioni su infestanti in attiva crescita e con condizioni meteorologiche calde ed umide. Le infestanti dovrebbero essere comunque trattate nei primi stadi di sviluppo.

A seguire viene riportato un compendio delle solfoniluree attualmente registrate in Italia. I dati sono ricavati dalla Banca Dati Fitogest.com e vanno ritenuti validi alla data di pubblicazione dell'articolo. Cliccando sul nome di ogni sostanza attiva si potrà visionare la specifica pagina su Fitogest.com, come pure accedere all'elenco dei relativi formulati segnalati in commercio.


Cronologia registrativa

 

Clorsulfuron: veterana del gruppo, questa sostanza attiva è stata registrata nel 1986 da DuPont con il marchio Glean. Una solfonilurea dalla duplice valenza: contrariamente alla quasi totalità delle "cugine" in circolazione, clorsulfuron mostra anche un'azione residuale per assorbimento radicale. Altra differenza riguarda la persistenza nel terreno, la quale si mostra di alcuni mesi contro i pochi giorni o settimane tipiche della famiglia chimica d'appartenenza. Due sono oggi i prodotti in commercio.
Bensulfuron-metile: rivoluzionaria solfonilurea da risaia, venne registrata da DuPont nel 1988 con il marchio Londax. Ora risultano in commercio cinque differenti formulazioni.
Metsulfuron-metile: è l'unica solfonilurea ad essere utilizzabile sia su riso, sia sui cereali a paglia. Registrata per la prima volta nel 1991 da DuPont con il marchio Gaio, metsulfuron è oggi partner anche di altre solfoniuree da risaia. Complessivamente vi sono sette differenti formulazioni commerciali che lo contengono.
Tifensulfuron metile: prima solfonilurea dicotiledonicida registrata su mais, venne in seguito esteso anche su soia, sulla quale trova tutt'oggi il proprio impiego d'elezione. E' del 1991 la data di registrazione con il marchio Harmony di DuPont. Ormai non più in commercio, a quella prima registrazione ne seguirono nel tempo altre sei.
Tribenuron metile: registrazione "in stereo" per questa sostanza attiva, contenuta nei due marchi commerciali Granstar di DuPont e Pointer di Bayer. Entrambe del gennaio 1992, si sono contese il mercato dei diserbi dei cereali a paglia per molti anni. Allo stato attuale a queste due prime registrazioni se ne sono susseguite altre 14, le quali fanno del tribenuron metile la solfonilurea più "duplicata" in Italia dopo nicosulfuron.
Rimsulfuron: seconda solfonilurea, questa volta graminicida, registrata su mais. Rimsulfuron vide la luce nel 1992 con il marchio Titus di DuPont. Attualmente vi sono cinque differenti formulati che lo contengono, di cui uno lo abbina al suo rivale di sempre, il nicosulfuron.
Nicosolfuron: uno dei due acerrimi antagonisti nella storia dei diserbi graminicidi di post-emergenza del mais, insieme a rimsulfuron di DuPont. Nicosulfuron venne registrato nel 1994 da Syngenta con il marchio Ghibli ed oggi è la solfonilurea più "imitata" contando la bellezza di 18 registrazioni che la contengono.
Triasulfuron: registrato sui cereali a paglia nel 1994 da Syngenta con il marchio Logran, attualmente conta su un solo formulato commerciale.
Amidosulfuron: registrato sui cereali a paglia nel 1996 come marchio Legion di Bayer, consta ora di un'altra registrazione, ottenuta da Cheminova, in cui l'amidosulfuron è in miscela con lo iodosulfuron e il propoxicarbazone.
Triflusulfuron metile: una sostanza attiva tanto preziosa quanto sprecata, almeno in Italia. Non per colpa sua, ovviamente, visto che le superfici a barbabietola da zucchero sono state falcidiate per decisione europea affossando di fatto il mercato dei prodotti legati a questa sfortunata coltura. Triflusulfuron metile venne registrato nel 1996 da DuPont con il marchio Safari, il quale resta l'unico disponibile in commercio per i diserbi dei bietolai.
Azimsulfuron: storico marchio Gulliver di DuPont, venne registrato su riso nel 1997. Permane a oggi l'unico formulato attualmente in commercio.
Prosulfuron: dicotiledonicida per il mais, prosulfuron è stato registrato per la prima volta nel 1997 da Syngenta con il marchio Peak. Oggi si contano solo due formulazioni che lo contengono.
Etoxisulfuron: risale al 1998 la registrazione di questa molecola da parte di Bayer. Il marchio registrato suonerà molto familiare ai risicoltori: Sunrice. Solo un formulato è attualmente disponibile per l'uso.
Flazasulfuron: una sostanza attiva più unica che rara. A differenza delle altre molecole della famiglia, idonee ai diserbi delle colture estensive, flazasulfuron è infatti registrato per gli usi nei vigneti, negli agrumeti e negli uliveti. Sistemico, viene assorbito sia per via fogliare sia radicale. Si impiega normalmente nei trattamenti di post-emergenza precoce delle infestanti quando queste presentino un'altezza massima fino a 10 cm. Utilizzato in quel momento offre anche un'apprezzabile attività residuale di pre-emergenza. Ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2001, con il marchio commerciale Chikara di Belchim Crop Protection.
Foramsulfuron: giunto sul mercato italiano nel 2004 con il marchio Equip di Bayer, foramsulfuron viene impiegato nei diserbi di post-emergenza del mais. Le graminacee sono i suoi bersagli d'elezione.
Imazosulfuron: giunto ad arricchire il panorama dei dicotiledonicidi per il riso, imazosulfuron è stato registrato in Italia da Sipcam nel 2004 con il marchio commerciale Kocis.
Iodosulfuron-metile-sodio: sostanza attiva registrata per i cereali a paglia. Giunta alla luce nel 2005 con il marchio Atlantis di Bayer, iodosulfuron metile ha poi rappresentato la base per altre cinque registrazioni, abbinato in miscela con altre sostanze attive che ne ampliano lo spettro d'azione.
Mesosulfuron-metile: partner di iodosulfuron metile in Atlantis di Bayer è stato anch'esso registrato nel 2005. Mesosulfuron-metile è una sostanza attiva che controlla le principali infestanti monocotiledoni di frumento e triticale, pur mostrando attività anche verso alcune dicotiledoni. Attualmente è presente in tre differenti formulati commerciali.
Halosulfuron metile: registrato in Italia nel 2007 da Nissan Chemical e distribuito da Scam con il marchio Permit, halosulfuron metile è un dicotiledonicida di post-emergenza per la risaia.

Orthosulfamuron: ancora la risaia nel mirino delle solfoniluree con questa sostanza attiva registrata nel 2008  in Italia da Isagro e distribuita con il marchio Siapa Kelion. Ciperacee e alismatacee i punti di forza di questa sostanza attiva.
Tritosulfuron: di recente introduzione sul mercato del mais, tritosulfuron è stato registrato da Basf nel 2010 con i marchi Tooler e Algedi, quest'ultimo in miscela con dicamba. Entrambi rientrano nel segmento tecnico dei dicotiledonicidi.

 

Valide. Persino troppo

 

Quando una cosa funziona, di solito, si finisce con l'usarla molto, troppo spesso. Un approccio mentale che non ha risparmiato nemmeno le solfoniluree. Efficaci, hanno trovato impiego sulle più significative colture estensive. Specialmente nei casi di monocoltura spinta, riso in primis. Non è però rara nemmeno la situazione per la quale, pur seguendo le giuste rotazioni colturali, la famiglia chimica utilizzata nei diserbi, alla fine, resti sempre la medesima.
Ciò non gioca quindi a favore delle razionali strategie per la gestione delle resistenze.
Le solfoniluree sono molecole capaci di inibire l'enzima "acetolattato-sintetasi", ecco il perché dell'acronimo "Als" che le ha da sempre accompagnate. Questo enzima rientra nei processi di biosintesi degli aminoacidi ramificati, essenziali per la formazione delle proteine.
Secondo l'Hrac esse ricadono nel Gruppo B (Gruppo 2 per il Wssa). Un gruppo in cui rientrano però anche altre sostanze attive che non appartengono alla famiglia delle solfoniluree, come per esempio imazamox (imidazolinone), florasulam o penoxulam (triazolopyrimidine), byspiripac-sodium (Pyrimidinyl-thio-benzoate) e il propoxycarbazone-Na (Sulfonylaminocarbonyl-triazolinone).
Oltre che a impostare rotazioni colturali razionali, buona norma sarebbe quindi pianificare anche strategie pluriennali di diserbi, articolandole in modo da non sequenziare mai troppi trattamenti basati sugli "Als-inibitori".
Questo anche perché, quando una cosa vale, si deve fare il possibile perché viva il più a lungo possibile.